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Nuova ferrovia a Taormina: la revoca di Alice e la vera spada di Damocle

TAORMINA – Tanto rumore per nulla? L’interrogativo appare inevitabile in premessa quando si parla dell’avvenuta deliberazione del Consiglio comunale di Taormina che ha deciso sabato scorso la revoca della delibera di Consiglio comunale n.21 del 22 aprile 2021 e di ogni altro atto presupposto e conseguenziale, concernente il placet dato allora alle opere per la realizzazione della nuova linea ferroviaria nel territorio comunale.

In linea di massima la delibera è evidentemente condivisibile e sono tante, troppe, le criticità che destano profonda e legittima preoccupazione su quello che potrà essere lo scenario a Taormina in vista dei prossimi mesi e prossimi anni, perché poi si tratta di un’opera che si trascinerà lungo attività di cantiere lunghe una decina di anni. Eppure la presa di posizione del Consiglio comunale, o per meglio dire della politica taorminese, equivale al sussulto di “Alice nel paese delle meraviglie”. Ci si sveglia adesso e ci si accorge che i lavori sono già stati autorizzati ma soprattutto sono partiti. E’ un pò come svegliarsi di mattina e volersi rimettere gli attributi dopo che nella nottata si è deciso in piena autonomia di tagliarseli. E fa una certa impressione perché poi questa vicenda attraversa almeno tre legislature e prima ancora dell’Amministrazione Bolognari l’aveva avallata l’Amministrazione Giardina, quando i tecnici di Rfi si presentarono in Comune con le planimetrie e i rendering del progetto aggiornato e questa iniziativa venne accolta con giubilo dai governanti di Taormina. Poi, ad onore del vero, nella passata Amministrazione (esecutivo Bolognari) erano state comunque chieste una serie di rassicurazioni alle Ferrovie dello Stato e venne segnalata l’esigenza di apportare dei correttivi ed individuare delle soluzioni rispetto ai disagi che ora si prospettano, ma non si comprende (o si comprende) perché all’indicazione di alcune prescrizioni – effettivamente segnalate dal Comune di Taormina – non sia stato dato corso. I discorsi e le polemiche fatti oggi sulle responsabilità di ieri lasciano il tempo che trovano, anche perché il passato non si cambia e anche quelli che contestano le leggerezze altrui di ieri poi magari hanno giocato nello stesso identico modo e con i medesimi sbagli un altro tempo della partita il giorno precedente.

In fondo, a certi livelli i vari comuni, compresa Taormina, sono un microcosmo assai più piccolo di giganti, colossi del Paese come le Ferrovie dello Stato. Lo dimostra anche come sono andate le cose sull’individuazione delle aree di cantiere.

E allora il filo conduttore rischia di essere lo stesso: così come sono evaporate, a quanto pare, le rimostranze fatte negli anni recenti dal Comune di Taormina, allo stesso modo la delibera di sabato scorso potrebbe essere respinta con altrettanta facilità irrisoria. Ovviamente si spera che il segnale possa stimolare una rivisitazione concertata del quadro complessivo. Nel frattempo, non a caso, il sindaco De Luca ha dovuto ammettere: “Ciò comunque non fermerà l’opera, diciamolo subito, perché esistono tanti provvedimenti sostitutivi che il governo nazionale e il presidente della Regione possono mettere in atto, infischiandosene delle nostre osservazioni”.

L’auspicio è che la questione si possa approdare ad un tavolo di confronto. Ma deve essere chiaro che Taormina ha lanciato un sasso nello stagno e tuttavia la centralità e il potere decisionale su questa vicenda erano e rimangono totalmente nelle mani di Rfi. Se Taormina saprà trovare un modo per dialogare e andare ad indicare soprattutto alternative percorribili, qualche buon risultato lo si potrà ottenere e siamo convinti che così dovrà essere, per forza di cose, nell’interesse generale di tutti. Se, invece, Taormina dovesse provare a tirare la corda del dissenso, basterà praticamente un colpo di penna a Palermo o a Roma per spegnere sul nascere ogni velleità taorminese di cambiare il progetto e le previsioni complementari che oggi destano preoccupazione.

La vera “Spada di Damocle”, il pericolo maggiore, è che paradossalmente Rfi potrebbe pure non cambiare una virgola rispetto a quanto è già stato avviato e ad oggi avrebbe pieno titolo a ragionare di conseguenza. Ecco perché non sarà semplice risolvere il problema, si può e si deve tentare di salvare il salvabile, pur nella convinzione (almeno quella nostra) che l’approccio di Rfi alla fine sarà comprensivo e collaborativo, improntata al buon senso. La contrapposizione muro contro muro in queste opere non serve a nessuno. La via è stretta e intanto, anche stavolta, Taormina si ritrova ad inseguire.

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