TAORMINA – La nuova rete ospedaliera regionale prevista dal governo siciliano con deliberazione del 24 settembre scorso declassa il Ccpm Taormina a Centro Spoke e ne dispone l’accorpamento funzionale al Papardo di Messina. Ma in quel piano c’è altro e di più al di là delle nubi sulla Cardiochirurgia Pediatrica. E’ l’ospedale San Vincenzo di Taormina nella sua interezza che viene colpito dall’ennesima sforbiciata decisa dalla politica palermitana.
Il presidio di Taormina sta per essere privato di venti posti letto per ricovero ordinario, come deciso dall’Assessorato alla Salute, eppure al momento si registra l’immobilismo e l’assenza totale della politica di questo territorio, a partire dai 24 sindaci del Distretto Socio-Sanitario 32 che – repetita iuvant – non si oppongono e accettano queste determinazioni (inaccettabili) destinate a colpire i cittadini.
Siamo di fronte ad una serie di previsioni – a dir poco – inspiegabili. Stando alla nuova rete ospedaliera le strutture dell’Asp Messina verrebbero private di 36 posti letto nei sette ospedali di riferimento dell’azienda.
Nel dettaglio ecco il quadro dei 7 singoli ospedali dell’Asp Messina.
Patti: +2 posti letto
S.Agata: +2
Mistretta: -14
Milazzo: -1
Barcellona: +2
Lipari: -7
Taormina: -20
Attenzione, perché – come avete visto – c’è un dato di per sé eloquente e clamoroso (o sconvolgente, a seconda dei punti di vista). Si dispone in pratica il taglio di 20 posti letto all’ospedale di Taormina, mentre gli altri 16 posti letto eliminati riguardano complessivamente i rimanenti 6 Ospedali dell’Asp Messina.
Ricordiamoci che questa ulteriore voragine all’orizzonte si aggiunge ai 100 posti letto già tolti all’ospedale di Taormina negli anni scorsi.
E allora ecco gli interrogativi ai quali la Regione Siciliana dovrebbe dare una risposta e che i sindaci del Distretto Socio-Sanitario 32 – colpevolmente – non hanno posto sino a questo momento, non trovandolo il coraggio di rivolgerli loro a Palermo, all’assessorato alla Salute.
1) Per quale motivo si tenta di depotenziare l’Ospedale di Taormina che da solo realizza un’attività assistenziale superiore a quella dei rimanenti 6 Ospedali dell’Asp di Messina: Milazzo, Barcellona, Lipari, Patti, Sant’Agata Militello, Mistretta, in ordine di successione sul versante tirrenico della provincia? Mentre l’intera provincia di Messina viene privata complessivamente di 36 posti letto su sette ospedali, 20 su 36 posti, cioè più di metà sono sottratti al solo Ospedale di Taormina. Quindi, il criterio non sono le capacità assistenziali e in definitiva il servizio reso al cittadino, ma la collocazione “geografica” – mettiamola così di Taormina?
Eppure – lo racconta la realtà – Taormina ha un ampio bacino di utenza che comprende l’utenza della zona ionica e della Valle dell’Alcantara sino anche alla cintura etnea, non volendo ricordare che – inoltre – presso il San Vincenzo afferiscono non pochi pazienti provenienti anche da fuori-zona, cioè da altre aree dell’isola.
2) Perché in quei 20 posti che vengono tolti all’Ospedale, ben 10 vengono sottratti ad Unità Operative afferenti al Dipartimento Oncologico (due alla Chirurgia, due alla Oncologia, tre all’Otorinolaringoiatria, due all’Ematologia, uno all’Urologia). L’ospedale di Taormina è caratterizzato da oltre un ventennio da una vocazione assistenziale in senso oncologico, nel senso che il paziente così delicato come quello oncologico vi ha trovato risposte concrete, moderne e tempestive.
3) La “migrazione sanitaria attiva”, cioè l’attrazione nei confronti dei Pazienti delle provincie limitrofe, ha fatto del Dipartimento Oncologico di Taormina un autentico “hub” oncologico di riferimento, riconosciuto persino al di fuori della regione stessa. In concreto, tutto ciò significa dare assistenza al cittadino, contribuire positivamente all’immagine della città e, da ultimo, fornire bilanci economici in positivo per l’Azienda Sanitaria che amministra l’Ospedale. E tutto questo non meriterebbe almeno una strenua difesa per mantenere lo status quo?
4) Il Dipartimento Oncologico di Taormina ha dimostrato sul campo di essere un’eccellenza. Ma questo è un merito oppure si tratta di una “colpa” rispetto alle dinamiche della sanità regionale ed è diventato “ingombrante” rispetto ad esempio ad altre realtà ospedaliere più grandi di Taormina? Il Dipartimento Oncologico del San Vincenzo dà fastidio a qualcuno?
5) Andiamo avanti. C’è da chiedersi e da capire quale criterio abbia mosso i decisori palermitani a realizzare questa serie di azioni, che appaiono prive di un nesso logico e un fondamento amministrativo, ancor prima che scevre di buon senso. Al momento non è dato sapere su quale base vengano tolti i 20 posti letto per Taormina. E non è dato sapere se e in che misura queste decisioni amministrative “di alto livello” possano essere assunte al di sopra delle valutazioni dell’Asp di Messina, che certamente ha la piena consapevolezza del quadro sanitario territoriale, dei dati reali sui vari reparti, delle potenzialità e anche delle criticità in essere, e le cui valutazioni andavano tenute in una maggiore considerazione dall’assessorato. Perché l’Asp viene bypassata?
6) Perché, lo ribadiamo, sui 36 posti letto rimossi in provincia di Messina, vengono eliminati 20 posti soltanto su Taormina e 16 in altri 6 ospedali con una maggiore clemenza sulle strutture della tirrenica? Bisogna pensare – o limitarsi ad ammettere – che i rappresentanti politici della ionica non hanno saputo difendere, ancora una volta, l’ospedale di Taormina e nella tirrenica invece sono stati più bravi?
Sin qui ciò che colpisce in termini significativi è la reazione delle Amministrazioni comunali. E’ sotto gli occhi di tutti il silenzio e la postura passiva dei sindaci e delle Amministrazioni della zona ionica, diversamente dalla reazione che hanno avuto proprio le Amministrazioni locali della tirrenica, pronte a dare battaglia e a far sentire la propria voce su tutti i media in difesa degli Ospedali del rispettivo comprensorio, che si tratti di Lipari, o Barcellona, o Sant’Agata Militello: tutto giusto e sacrosanto, perché gli amministratori devono stare vicini al cittadino. La risposta, d’altronde, non può essere quella di limitarsi al solito rito paesano del compitino di qualche dichiarazione di circostanza o peggio ancora qualche inutile discussione e mozione in Consiglio comunale che non serve a niente. I giochi si fanno a Palermo ed è li che bisogna farsi sentire. Se lo si vuole e se si ha il coraggio di farlo.
L’Ospedale più attivo e più produttivo, che inspiegabilmente è il più penalizzato degli altri, non merita nessuna strenua difesa da parte della politica locale? O forse merita una difesa “selettiva” che si limita ad una crociata monotematica per il Centro di Cardiochirurgia Pediatrica, girando la testa dall’altro lato per tutto il resto e tutti gli altri reparti? O forse la soluzione potrebbe essere quella di un “baratto” politico, riuscire cioè ad ottenere una revisione delle previsioni sul Ccpm, rinunciando al salvataggio dei 20 posti letto e quindi accettando l’ennesima sforbiciata sul “San Vincenzo”?
Ad oggi la reazione dei sindaci della zona ionica per l’Ospedale di Taormina comincia e finisce nel nulla. E allora gli amministratori locali si facciano un’esame di coscienza, si sforzino di trovare un lampo di coraggio e un sussulto di orgoglio e amore per le proprie comunità se davvero ci tengono a difenderle. Hanno una solo cosa da fare: vadano a Palermo a reclamare, alzino la voce e facciano saltare per aria i tavoli se necessario. Mettano pressione sul governo regionale e lo convincano a fare un passo indietro rispetto a quella delibera del 24 settembre 2025. Il piano ospedaliero, rispetto alla sanità di Taormina, va modificato in toto, non soltanto sul Ccpm, che riguarda la cura dei bambini, ma anche per tutte le altre unità fondamentali, a partire dal Dipartimento Oncologico.
Il diritto alla salute è una cosa sacra che non può essere sacrificata sull’altare di scelte cervellotiche da parte della politica o della burocrazia. e l’esigenza di garantire prestazioni sanitarie ai massimi standard possibili è un argomento che riguarda tutti e nessuno escluso. Uomini, donne, bambini e anziani, i fragili di ogni età. Cittadini comuni e anche i politici stessi.
Gli interrogativi che abbiamo posto sono chiari e ineludibili, ci raccontano una storia diversa sull’ospedale di Taormina. Tutta la ricostruzione politica o tecnica che toglie altri posti letto all’ospedale di Taormina non regge, non funziona. Il destino del San Vincenzo è all’ultimo bivio ma quel crocevia va percorso con l’animus pugnandi. Chi si è convinto o si illude che l’unica battaglia da combattere su Taormina debba essere quella per il Ccpm non ha capito nulla.