Mentre gli attacchi israeliani su Gaza si intensificano, il bilancio delle vittime tra i palestinesi sta tragicamente crescendo. Nella giornata di venerdì le forze israeliane hanno bombardato su una zona residenziale vicino all’ospedale Shifa, a Gaza City. Secondo i funzionari sanitari di Hamas, almeno 13 persone sarebbero rimaste uccise. Fonti militari israeliane hanno affermato che l’attacco ha preso di mira un centro di comando di Hamas.
Con le forze di terra israeliane che stanno progressivamente circondando la città, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha nuovamente escluso la fine dell’offensiva.
Dure e decise le parole di Netanyahu: “Israele rifiuta un cessate il fuoco temporaneo che non includa il rilascio dei nostri ostaggi. Israele non consentirà l’ingresso di carburante a Gaza e si oppone all’invio di denaro nella Striscia”.
L’operazione diplomatica del Segretario di Stato americano Antony Blinken, arrivato a Tel Aviv per “ammorbidire” Netanyahu e la posizione israeliana, sembra non aver avuto successo.
All’interno del popoloso campo profughi di Jabala (nel nord della Striscia di Gaza) Hamas disponeva di una postazione militare attiva, con piani di battaglia. Lo sostiene il portavoce militare israeliano in un comunicato.
Nel corso di ispezioni condotte dai soldati, ha proseguito il portavoce, sono stati trovati ”mezzi di comunicazione, carte geografiche operative, tavole di comando e controllo, nonchè dettagli personali di comandanti di Hamas e di terroristi”. Questo materiale verrà adesso analizzato. Nell’attacco a Jabalia, Israele aveva annunciato di aver ucciso un comandante militare e ”numerosi terroristi”.
Fonte: Euronews Italia
