“La corte è giunta alla conclusione che, contrariamente a quanto da lei sostenuto, lei ha lavorato nel campo di concentramento come guardia per circa tre anni”, ha dichiarato il giudice Udo Lechtermann, aggiungendo che – così facendo – l’imputato ha contribuito alla macchina del terrore dei nazisti. “Lei ha volontariamente sostenuto questo sterminio di massa con la sua attività”, ha detto Lechtermann.
Per motivi organizzativi, il processo si è tenuto in una palestra di Brandenburg/Havel, luogo di residenza del 101enne. L’uomo è stato presente in Aula solo in misura limitata e ha potuto partecipare alle udienze solo per circa due ore e mezza al giorno. Il processo è stato interrotto più volte per motivi di salute e ricoveri in ospedale.
Efraim Zuroff, il capo dei cacciatori di nazisti presso l’ufficio del Centro Simon Wiesenthal di Gerusalemme, ha dichiarato all’Associated Press che la sentenza “manda un messaggio: se si commettono crimini del genere, anche a distanza di decenni, si può essere portati davanti alla giustizia”. Il condannato è la persona più anziana finora processata per complicità in crimini di guerra. L’imputato può appellarsi alla sentenza del tribunale.
Sachsenhausen venne aperto nel 1936 a nord di Berlino come primo nuovo lager dopo che Adolf Hitler diede alle SS il pieno controllo del sistema dei campi di concentramento nazisti. Doveva essere una struttura modello e un campo di addestramento per la labirintica rete che i nazisti istituirono in Germania, Austria e nei territori occupati.
Tra il 1936 e il 1945 vi furono rinchiuse più di 200.000 persone. Decine di migliaia di detenuti morirono per fame, malattie, lavoro forzato e altre cause, oltre che per esperimenti medici e per le sistematiche operazioni di sterminio delle SS, tra cui fucilazioni, impiccagioni e gassazioni.
I numeri esatti delle vittime variano, anche se gli studiosi suggeriscono che le cifre di 40.000-50.000 sono probabilmente più accurate.
Nei primi anni, la maggior parte dei detenuti erano prigionieri politici o criminali, ma comprendevano anche alcuni Testimoni di Geova e omosessuali. Il primo grande gruppo di prigionieri ebrei vi fu portato nel 1938 dopo la cosiddetta Notte dei vetri rotti, o Kristallnacht, un pogrom antisemita.
Durante la guerra, Sachsenhausen fu ampliato per includere prigionieri di guerra sovietici – che furono fucilati a migliaia. Sachsenhausen fu liberata nell’aprile del 1945 dai sovietici.
Fonte: Euronews