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Naxos verso il voto, sfida con la trappola per gli elettori

GIARDINI NAXOS – E’ tempo di vacanze ma dopo l’estate comincerà la lunga volata verso il voto per i comuni che nel 2026 andranno al voto per le elezioni Amministrative. In Sicilia i riflettori saranno puntati, in particolare, su Giardini Naxos, dove la volta scorsa si era votato nell’autunno del 2020 in piena pandemia e il ritorno alle urne è poi slittato al 2026. Lo scenario sembra avere non poche analogie con quello di Taormina. Al netto di altri convitati e auto-pretendenti alla contesa, da una parte ci sarà quel che rimane dell’esecutivo uscente e dall’altra il movimento di Cateno De Luca.

Non sarà una scelta semplice per gli elettori di Giardini Naxos, e non a caso non manca -ed anzi avanza – la tentazione di quell’astensionismo di chi non ha intenzione di “sposare” nessuna delle parti in campo.

L’Amministrazione in carica si è squagliata da tempo. Rimane al governo della città il sindaco Giorgio Stracuzzi, che ha azzerato nel 2023 la Giunta dei compagni di viaggio iniziali e ha scelto allora un esecutivo “straniero”, indicato dalle segreterie dei partiti del centrodestra. Stracuzzi (a meno di cataclismi) non si ricandiderà, il consenso della gente se n’è andato da tempo e la scelta di insistere con una Giunta extracomunitaria gli ha tolto l’ultima residua chance di rimettersi in carreggiata. Stracuzzi non ha trovato il coraggio di fare un rimpasto per rimettersi in corsa e ridare slancio alla fase finale del mandato, e non ha ritenuto opportuno fare una riflessione politica neanche nel momento di importanti dinamiche contingenti come la vicenda che ha riguardato a Trapani il suo assessore, Ferdinando Croce, sospeso dal governo regionale e poi dimissionario lui a seguito del caso riguardante i ritardi nei referti istologici di oltre 3 mila pazienti oncologici
L’intoccabilità del giovane Croce a Giardini Naxos, esponente messinese di Fratelli d’Italia che, di fatto, non c’entra niente con il contesto politico giardinese e che tuttavia rimane ancora lì, – e che qualcuno maliziosamente oggi considera il co-sindaco in carica – è diventata, insomma, la cartina di tornasole del momento a Giardini. Un’ulteriore pietra tombale sul destino di un’Amministrazione che si avvia al traguardo come i ciclisti che, mentre pedalano in collina, sognano di continuare a guidare il gruppo ma non hanno più fiato e vedono approssimarsi la scalata del Tourmalet col serio rischio di prendere una sonora imbarcata. A proposito, nel frattempo, nel tentativo di ribaltare la prospettiva, su questo fronte avanza l’inedito tandem formato proprio da Croce e dal vicesindaco, Gioacchino Castronovo, con quest’ultimo che studia una sua candidatura a sindaco. Defilato, invece, l’assessore Cantello, che dissente dalla linea dei suoi colleghi ma non va oltre lo scontro all’interno del palazzo municipale e si concentra sul risanamento dei conti dell’ente, con la seria probabilità, alla fine della fiera, di “regalare” il suo lavoro a chi verrà dopo. A partire dal recupero tributi in atto.

Dall’altra parte avanza l’ombra del movimento di Cateno De Luca, che punta sulla “presa” di Giardini Naxos per riprendere quota dopo i disastri dell’ultimo biennio e per aggiungere un altro tassello al mosaico dei palazzi municipali di zona, dopo aver conquistato Taormina (e Letojanni). De Luca non ha ancora scelto il candidato sindaco (o magari lo tiene “in ghiaccio”) e nella partita a Giardini partirà con i favori del pronostico perché dall’altra parte Stracuzzi gli sta servendo un assist di quelli ghiotti e gli ha praticamente spianato la strada. Il movimento di De Luca troverà quel che rimane di un’Amministrazione o più in generale delle macerie di tutta la politica di Giardini Naxos, che ha fatto come Tafazzi negli ultimi 30 anni, come e peggio della storia recente di Taormina. E allora De Luca e i suoi sostenitori punteranno sull’effetto novità con lo stesso, identico, copione messo in campo a Taormina nel 2023, con la promessa di una rivoluzione che prepara l’innalzamento della qualità dei servizi in nome di una rinascita. Una svolta con annessi e connessi, che potrebbe portare poi in dote la brusca virata totale del giorno dopo che si è già vista a Taormina. Nella Perla dello Ionio, dopo aver eletto a furore di popolo De Luca, in 12 mesi il suo consenso è crollato dal 65% (Comunali) al 37% (Europee) e la città si è ritrovata con l’incubo di una pressione senza precedenti sui tributi e una lunga serie di aumenti a pioggia delle tariffe, su diversi fronti. Ovviamente si dirà che c’era il dissesto, tuttavia non è stata pianificata dallo Spirito Santo né dal mago Harry Potter l’invasione da queste parti di professionisti e figure varie di Messina e della zona di Santa Teresa e Ionica tutti cooptati per una lunga sequenza di incarichi politici o professionali a Taormina. Un quadro sublimato dalla discussa mossa delle nuove partecipate. Le “sorprese” del giorno dopo, insomma, incombono anche per i giardinesi.

Non escluse, ovviamente, altre proposte e ulteriore candidature in un contesto come Giardini Naxos dove puntualmente i pretendenti alla sindacatura fioriscono sempre come “funghi”, senza però aggiungere elementi di novità e senza rappresentare reali alternative per un cambiamento. Ma in questo momento chi è all’altezza di rilanciare davvero Giardini Naxos come questa città vorrebbe e meriterebbe? Forse nessuno. La netta sensazione è che ad oggi all’orizzonte ci sia una partita con i soliti attori in campo dentro un minestrone in cui ognuno proverà a intortare l’elettore e la dura scelta sarà una ricerca del “meno peggio”. Sarà una sfida all’insegna delle solite chiacchiere che hanno puntualmente deluso e tradito la gente e prima ancora hanno frustrato, vanificato e mortificato le potenzialità di questo territorio. E anche qui il partito degli astensionisti avanza….

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