“Genitori, non criminali”. Si apre con uno slogan che rimbalza dalla piazza in Aula, la discussione generale a Montecitorio sulla controversa proposta di legge sulla maternità surrogata come reato universale. Stessi cartelli davanti e dentro il Parlamento, con cui famiglie arcobaleno e associazioni, fanno eco al “no” dell’opposizione alla proposta di legge della maggioranza. Un controsenso e “un obbrobrio giuridico”, dicono, qualificare di reato universale una pratica consentita all’estero.
“Se la gestazione per altri è legale e perfettamente regolamentata in America, in Inghilterra, in Canada, in Portogallo, in Grecia, in Ucraina, in Georgia – si chiede una manifestante davanti a Montecitorio -. Se si vuole andare in questi Paesi per fare ricorso a una tecnica medica per procreare, perché si dovrebbe avere paura di tornare in Italia?”. “Le famiglie che lo hanno fatto, che vogliono o che sono in procinto di farlo sono terrorizzate. E questo non è degno di un paese civile”.