HomeTurismo & LifestyleLvmh "sposa" l'Italia: altro colpo di scena a Taormina?

Lvmh “sposa” l’Italia: altro colpo di scena a Taormina?

Nella stagione delle aziende straniere che se ne vanno dall’Italia e di una lunga sequenza di privati che hanno lasciato il nostro Paese per spostare la loro produzione all’estero, lì dove i costi e la pressione fiscale sono tutta un’altra storia, c’è anche chi va in controtendenza e ha deciso di investire in maniera encomiabile da queste parti e lo sta dimostrando con i fatti e con risorse vere. Dalla Francia con furore, Bernard Arnault, sta puntando in termini decisi sull’Italia, i numeri gli stanno dando ragione e il Re del Lusso si prepara a mettere il punto esclamativo sulla lezione che sta impartendo a quelli che a vario titolo hanno trovato una motivazione (o una scusa) per scappare dall’Italia.

Il presidente e CEO di LVMH Moët Hennessy – Louis Vuitton, infatti, non soltanto investe con le aperture di punti vendita che allargano il suo impero ma va oltre, decisamente oltre e apre una nuova fase. Come? Sta spostando pezzi importanti del suo polo in Italia, per la parte manifatturiera, la produzione cioè che riguarda i marchi della galassia LVMH. Basterebbe questo per togliersi il cappello di fronte ad una multinazionale che dimostra di non essere venuta in Italia soltanto per prendere ma a dare. E ciò si traduce con il dare opportunità di lavoro e ora anche la creazione ulteriore di occupazione attraverso le attività di produzione.

Louis Vuitton ha inaugurato il 5 dicembre scorso, in Piemonte, nel Monferrato, a Castelletto, il suo polo del lusso, dove il marchio – come evidenziato da La Stampa – “produrrà gioielli e orologi come a Valenza (Alessandria), di cui il paese diviene “satellite””. Per inaugurare l’azienda del lusso si sono mossi anche il ministro alle Infrastrutture, Paolo Zangrillo, e il presidente del Piemonte, Alberto Cirio, che hanno colto l’importanza dell’operazione. “A Castelletto Monferrato – spiega il giornale Il Piccolo – la multinazionale apre un insediamento produttivo con un centinaio di dipendenti (alcuni neoassunti, molti i giovani)”.

Si scende poi nelle Marche e anche lì si va verso l’attivazione di un atelier manifatturiero, con il Comune di Civitanova che il 2 settembre scorso ha accolto l’istanza della prestigiosa azienda francese, proprietaria di un’area di 25 mila mq dove si realizzeranno attività industriali con una struttura in legno, vetro e acciaio, ad impatto ambientale zero. In questo contesto si produrranno calzature, scarpe da uomo e da donna prevalentemente sportive.

Una nuova fabbrica Louis Vuitton, a Civitanova – come annuncia Il Resto del Carlino – è in dirittura di arrivo e a tempo record, entro l’anno, il primo lotto dei lavori e alla fine del prossimo anno saranno 500 le persone assunte dall’azienda”. “Un impatto enorme sul piano occupazionale, sia per la città che per il suo comprensorio, grazie alla scelta di uno dei più importanti brand mondiali della moda di investire in un distretto che può offrire una grande professionalità manifatturiera perché da anni culla della calzatura di qualità ad alto contenuto artigianale. La realizzazione dello stabilimento sta innestando opportunità economiche anche perché coinvolge importanti aziende della zona. Il cantiere si trova in via Ferrari, nella zona industriale e i lavori vanno avanti senza intoppi. Un passaggio decisivo per l’avviamento dell’attività produttiva e per l’assunzione dei primi 200 dipendenti, a cui se ne aggiungeranno altri 300 circa entro la primavera del 2024, quando l’intero progetto sarà completato”. “Dal punto di vista occupazionale, per il tessuto economico locale – continua Il Resto del Carlino – sono numeri molto rilevanti così come la presenza di aziende marchigiane nell’intera operazione. Per il compimento dell’iter esecutivo è stato infatti costituito un consorzio che vede impegnate Cat Impianti, GI Costruzioni e Promo Spa. In particolare la presenza di quest’ultima, che ha già collaborato alla realizzazione di edifici direzionali e produttivi di brand del design e della moda come Prada, Fendi, D&G e molti altri, lascia immaginare che sarà un complesso edilizio all’avanguardia. Promo Spa è una azienda di Corridonia che vanta una lunga esperienza nella realizzazione e nella installazione di involucri edilizi architettonici, di facciate continue con soluzioni innovative ad alto contenuto tecnologico, per rivestimenti esterni completi e strutture in acciaio, seguendo la metodologia di prefabbricazione a secco. Competenze che si integrano con quelle di Rubner, gruppo altoatesino specializzato nella realizzazione di strutture in legno, e che lavorerà al fianco del consorzio marchigiano nei lavori. Il progetto della Maison è stato realizzato dall’ufficio centrale di Parigi, la direzione tecnica è della Politecnica di Firenze, mentre il geometra Ulderico Montevidoni si occupa della direzione dei lavori”.

Dunque Louis Vuitton investe sulla produzione dei suoi marchi in Italia e sta scegliendo aree strategiche in tutto il territorio. A questo punto non si esclude che il colosso francese possa decidere di estendere i suoi punti di lavorazione anche al Sud, dove la location di riferimento della multinazionale è ormai Taormina. Nella capitale del turismo siciliano LVHM vanta la presenza della boutique e il Louis Vuitton Café in Corso Umberto inaugurato lo scorso luglio e sempre nella stessa centralissima via si trova anche Dior. Senza dimenticare che LVMH a Taormina ha anche la proprietà di due alberghi a cinque stelle, il Grand Hotel Timeo e l’Hotel Villa Sant’Andrea. E sempre a Taormina LVMH valuta ulteriori opportunità, con una nuova apertura che potrebbe avvenire già nel 2024. Ecco perché la strategicità del territorio di Taormina nella galassia Louis Vuitton in Italia potrebbe spalancare le porte non soltanto ad una estensione dei punti vendita con altre aperture ma anche all’individuazione futura della Sicilia e magari di questa stessa zona nel contesto delle località italiane di produzione del lusso. Un ragionamento che, evidentemente, se dovesse svilupparsi non andrebbe a concentrarsi sul centro storico ma sulle aree più decentrate. Il che avrebbe anche e soprattutto un impatto eccezionale e una ricaduta occupazionale di straordinario impatto, come già avvenuto nei casi di Castelletto e Civitanova.

D’altronde ricordiamo ancora quando sui social c’era chi a suo tempo profetizzava che “Louis Vuitton non aprirà mai a Taormina” e che Taormina era “soltanto una delle tante località dove si trovano gli hotel Belmond acquistati da LVMH”. La storia poi ha raccontato decisamente altro. Attenzione adesso a questo ulteriore scenario, che potrebbe tracciare una prospettiva impensabile sino a questo momento, e che sarebbe in grado di determinare quello che rappresenterebbe il capolavoro finale di Louis Vuitton a Taormina.

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