HomeSiciliaLo scacco matto di Silvan a Masaniello

Lo scacco matto di Silvan a Masaniello

In Sicilia dovevano essere le elezioni del “mattatore” Cateno De Luca e invece sono diventate quelle del “normalizzatore” Renato Schifani. Il candidato del centrodestra l’ha spuntata alle Regionali in Sicilia e lo ha fatto senza troppi problemi, in linea con quei sondaggi che lo davano netto vincitore. E così è andata davvero. Altro che sondaggi farlocchi.

L’impresa di Schifani, al netto dei discorsi da bar, è realmente tale perché alle porte di Ferragosto il centrodestra orfano di Nello Musumeci e spaccato da mille tensioni e dalla farsa di una lite infinita non aveva neanche un candidato alla presidenza. Alla fine è uscito il coniglio dal cilindro e sembrava destinato a dover prendere le sembianze di un agnello sacrificale. Schifani, invece, porta a casa la vittoria e si prende la prima poltrona di Palazzo d’Orleans senza neanche aver girato in lungo e in largo la Sicilia. Lo ha fatto eccome il suo avversario Cateno De Luca, che profetizzava la rivoluzione nelle urne e la rivoluzione di popolo e che contava sul voto disgiunto, una slavina che avrebbe dovuto abbattere Schifani e riscrivere la storia di queste Regionali 2022.

Alla fine non c’è stato nessun voto disgiunto, Schifani ha preso addirittura una percentuale di voti incredibilmente superiore a Musumeci, che cinque anni fa con la sua popolarità la Sicilia l’aveva percorsa da cima a fondo per la campagna elettorale e vinse le elezioni con il 39,85% dei voti. E soprattutto De Luca la Sicilia stavolta l’ha visitata e comiziata tutta a ritmi impressionanti, comune per comune, piazza per piazza, vicolo per vicolo, con un iper-presenzialismo clamoroso che non gli è bastato e non lo ha neppure avvicinato al successo.

A Schifani è bastato evitare il confronto con De Luca che era pronto a metterla sul terreno preferito della lite feroce e il candidato del centrodestra si è affidato alla spinta determinante della “macchina da guerra” dei capi-popolo che aveva al seguito. I vari Cuffaro, Lombardo e Micciché l’hanno portato al trionfo nelle province dove le segreterie dei partiti avevano migliaia di voti blindati, da gestire e da portare nelle cabine elettorali. Altro che voto disgiunto. De Luca ha sbancato nella sua Messina, in città e provincia, ma nelle altre zone della Sicilia è stata tutta un’altra storia.

Al tramonto dello spoglio elettorale il candidato del centrodestra Schifani è il nuovo presidente della Regione, con il 41,8% per lui e un divario siderale scavato nei confronti del secondo arrivato, Cateno De Luca, rimasto fermo al 24,5%. Ancora più staccati l’esponente del centrosinistra Caterina Chinnici al 15,9%, e Nuccio Di Paola del M5s al 15%. Gaetano Armao di Azione e Iv al 2%. E’ il trionfo di Renato “Silvan” Schifani, il “mago” palermitano del centrodestra siciliano che nessuno ha mai visto nelle piazze ma che ha preso 834 mila voti con l’onda d’urto dei suoi alleati, mentre il “Masaniello” De Luca – come lo ha definito Vespa – si è fermato a 488 mila consensi.

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