Mentre la guerra in Ucraina prosegue e ha già raggiunto i 75 giorni di conflitto senza che al momento si intravedano spiragli concreti di pace, il mondo fa i conti non soltanto con la follia di Vladimir Putin ma anche con quella dei suoi due principali alleati, “compagni di viaggio” della Russia che rappresentano una spina nel fianco per gli equilibri geo-politici internazionali e soprattutto hanno in comune una sempre più pericolosa attitudine verso le armi, strumento di pressione che non fa dormire sonni tranquilli all’Occidente.
Il leader nordcoreano Kim Jong-un ha espresso la “ferma solidarieta’” del suo Paese verso la Russia in un messaggio inviato al presidente Vladimir Putin per la celebrazione del Giorno della Vittoria. Parole che fanno discutere e che in particolare sembrano destinate a fare riflettere, perchè Kim ha espresso vicinanza “alla causa del popolo russo per sradicare – così dice – la minaccia politica e militare e il ricatto delle forze ostili e per salvaguardare la dignità, la pace e la sicurezza del Paese” (questo è quanto ha riferito la Kcna).
Kim Jong-un ha anche manifestato “la convinzione che le relazioni strategiche e tradizionali di amicizia tra i due Paesi si svilupperanno maggiormente in conformità con le esigenze dei tempi”. La Corea del Nord ha di recente rivalorizzato i suoi tradizionali legami con la Russia, a dispetto della condanna di molti Paesi contro Mosca per l’aggressione contro Kiev, al punto che a febbraio un portavoce del ministero degli Esteri di Pyongyang ha motivato la crisi ucraina come il frutto della “politica egemonica” di Stati Uniti e Paesi alleati.
E come se non bastasse lo spettro della Corea del Nord, c’è un altro fronte da seguire ed è nel cuore dell’Europa: e non ci riferiamo all’Ucraina. I Balcani stanno diventando una zona sempre più calda, qualcuno è convinto che il fuoco cova già sotto la cenere e a preoccupare è la Serbia, il Paese più filorusso dell’ex Jugoslavia.
E qui entra in scena la Cina, che ha inviato missili antiaerei alla Difesa serba, la quale non ha perso occasione di mostrare i muscoli al mondo intero, generando comprensibile apprensione. Xi Jinping fa il sornione, resta “fedele” al suo alleato Putin e si muove in Europa per scompaginare il quadro e mettere in apprensione l’alleanza atlantica.
La Serbia mette in mostra il suo arsenale cinese e la Nato è sempre più perplessa. Il presidente della Serbia, Aleksandar Vucic, ha assicurato che la difesa serba non è una minaccia ma solo un deterrente contro potenziali attacchi. Il nuovo sistema di difesa è stato consegnato da Pechino qualche settimana fa, e mostrato in pubblico per la prima volta a fine aprile. La consegna dei sofisticati missili terra-aria HQ22 alla Serbia sarebbe una semplice “ordinaria cooperazione bilaterale”, che non avrebbe “niente a che vedere con la situazione attuale in Ucraina”, secondo le parole delle autorità cinesi.
Oltre al sistema terra-aria HQ-22, il pacchetto recapitato dalla Cina alla Serbia include i temibili missili antiaerei FK-3, paragonabili in prevalenza agli americani Patriot o ai russi S-300 pur avendo, secondo gli esperti, una gittata inferiore: 170 chilometri per un’altitudine di 27. La Serbia è diventata così l’unico Paese europeo a detenere strumenti bellici di questi tipo, tutti provenienti da Pechino.
E poi c’è lui, Vladimir Putin, che non desiste dal tentativo di conquistare l’Ucraina. La Russia ora potrebbe tentare di intercettare le armi inviate in Ucraina “nelle prossime settimane”. È l’avvertimento della direttrice dell’intelligence nazionale americana, Avril Haines, in un’audizione alla commissione Difesa del Senato. Haines ha anche messo in guardia su una possibile “vendetta” di Mosca contro le sanzioni.
“Putin userà l’arma nucleare solo se si troverà di fronte a una minaccia esistenziale”, secondo la direttrice dell’Intelligence nazionale Usa, Avril Haines, che però ha avvertito sulla strategia che il leader del Cremlino avrebbe: lo Zar, a quanto pare, punta ad una guerra “lunga” in Ucraina e conta sul fatto che il sostegno degli Stati Uniti e dell’Europa a Kiev diminuirà nel tempo.