TAORMINA – Prosegue il dibattito sulle chiusure invernali a Taormina e l’annuncio della chiusura per lavori della funivia accende un nuovo capitolo della vicenda con una frecciata degli Albergatori all’indirizzo dell’Amministrazione comunale.
“Come ogni anno la funivia chiude in bassa stagione per i tradizionali lavori di manutenzione con data di riapertura non ancora certa. Hotel, negozi, ristoranti, bar li si vorrebbe costringere a rimanere invece aperti a colpi di ordinanze. E nel frattempo la funivia chiude”.
L’industria dell’ospitalità ha dato disponibilità al sindaco ad aprire un confronto per individuare delle soluzioni risolutive ma nel frattempo pone l’accento sul paradosso dell'”apri tu che chiudo io“, con il Comune di Taormina che delibera un atto di indirizzo per chiedere un parere legale sulle chiusure per imporre le aperture alle attività commerciali ed alberghiere e, al contempo, la casa municipale stessa (per il tramite di Asm) che dall’8 gennaio in poi chiude la funivia, infrastruttura di riferimento per il turismo.
Ovviamente si rimarcherà che i lavori di manutenzione post-Befana della funivia in questo periodo sono una consuetudine che si ripete da tanti anni a questa parte (ed è vero), si aggiungerà anche che si tratta di attività previste a margine della revisione trentennale, poiché tra le prescrizioni presenti nel placet alla riapertura c’erano anche delle opere allora considerate non urgenti e programmate per questo inverno. Ed è vero anche questo.
Ad ogni modo, al netto della (solita) diatriba sui negozi, sugli alberghi e sulla funivia, la netta impressione sulla questione delle chiusure è che si stia continuando a circumnavigare il problema nel perimetro paesano senza realizzare che o ci si attrezza per crearle fuori le condizioni reali essenziali per risolverlo o tutto il resto conta zero. Come diceva la buonanima di Salviati: “Non esiste problema che sia il peggior di tutti i mali, le chiacchiere oligominerali sono un male assai peggiore”
