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Israele Hamas, ancora violenza nel quarto giorno di guerra

Nel quarto giorno di guerra si contano più di 900 israeliani uccisi e almeno 830 morti palestinesi. Migliaia i feriti da entrambe le parti. Hamas continuaa lanciare razzi da Gaza, mentre l’esercito israeliano intensifica i bombardamenti. E dopo aver ripreso il controllo sul confine le forze di difesa di Tel Aviv hanno annunciato l’assedio sulla Striscia, un’azione proibita dal diritto umanitario internazionale.

“L’imposizione di assedi che mettono in pericolo la vita dei civili privandoli dei beni essenziali per la loro sopravvivenza è vietata dal diritto internazionale umanitario”, ha dichiarato Ravina Shmadasani, portavoce dell’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani.

Mentre il portavoce dell’Oms Tarik Jasarevic ha ricordato che è necessario aprire un corridoio umanitario “per consentire l’arrivo a Gaza degli striumenti sanitari indispensabili per assistere i civili palestinesi feriti”. Secondo il bollettino del ministero della Salute palestinese sarebbero almeno 4.250. Un numero destinato a salire visto che i bombardamenti israeliani sulla Striscia non accennano ad attenuarsi.

Sale la tensione anche al confine settentrionale con il Libano, dove per il terzo giorno consegutivo si sono registrati lanci di missili incrociati tra l’esercito israeliano e le milizie sciite di Hezbollah. Ieri il ministro di degli esteri libanese Abdallah Bou Habib aveva affermato di aver ricevuto la garanzia dai vertici del partito armato filo-iraniano che non sarebbe intervenuto nel conflitto in corso se non fosse stato attaccato da Israele.

E dopo il primo ministro iraniano Ebrahim Raisi, anche la guida suprema Ali Khameini è intervenuta per ribadire l’estraneità del Paese nell’attacco di Sabato scorso. Rinnovando però il sotegno deciso al popolo palestinese: “Baciamo la fronte e le braccia dei coraggiosi giovani palestinesi e di chi a progettato le operazioni. Siamo orgogliosi di loro”. Parole che il presidente francese Emmanuel Macron ha descritto inaccettabili e contrarie a valori e interessi europei.

Le forze di difesa israeliane hanno annunciato di aver ripreso il pieno controllo di tutti i centri di confine attaccati dai miliziani di Hamas e di aver chiuso tutti i varchi aperti con i bulldozer nelle barriere che separano la Striscia da Israele, impedendo ad altri combattenti di infiltrarsi. Il portavoce dell’esercito israeliano Richard Hecht ha anche detto che sono stati rinvenuti i corpi di circa 1500 miliziani di Hamas.

In risposta all’assedio, il braccio armato di Hamas ha minacciato di uccidere in diretta video un ostaggio per ogni attacco aereo effettuato senza avvisare i civili. Da molti anni, infatti, l’esercito israeliano adotta la pratica del roof-knocking – letteralmente “bussare sul tetto” – per evitare di colpire civili: il tetto di una casa viene colpito da un missile più o meno inoffensivo per avvertire i residenti qualche minuto prima che la bomba vera e propria distrugga l’edificio. Molto spesso il missile è preceduto anche da una telefonata di avvertimento.

Il governo israeliano ha detto intanto di aver identificato tutte le persone sequestrate, che dovrebbero essere almeno 150 e di diverse nazionalità. Nel frattempo Hamas ha comunicato all’agenzia russa Ria Novosti di non essere a conoscenza del numero esatto dei prigionieri e delle loro nazionalità.

All’appello mancano anche due cittadini italiani. Si tratta di marito e moglie, Eviatar Mosche Kipnis e Lilach Lea Havron. La coppia con doppio passaporto, ha spiegato al Tg2 il ministro degli Esteri Antonio Tajani, viveva nel kibbutz di Be’eri e non risponde alle chiamate della famiglia. “Probabilmente – ha detto ancora – sono stati presi in ostaggio o smarriti”. Nella mattina di martedì, nell’insediamento sono stati ritrovati più di cento corpi.

Fonte: Euronews Italia

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