La finale di Io Canto Generation si conclude con il successo della 14enne Marta Viola, che trionfa così nel talent show di Canale 5. Sfuma il sogno della vittoria per i nostri due straordinari talenti siciliani, Samuele Spina, 14 anni di Taormina, e Carola Boccadoro, 13 anni di Gaggi.
In realtà, al netto di un verdetto che li ha persino visti finire fuori dalla top 5 tra i 12 finalisti, per Samuele e Carola il programma di Canale 5 il giudizio più importante era già arrivato nelle settimane precedenti con un consenso eccezionale ottenuto nel cuore della gente. Non soltanto l’affetto e la spinta delle rispettive comunità locali che hanno accompagnato queste due talenti verso la finalissima ma anche e soprattutto tante persone che nemmeno li conosceva e che da ogni parte d’Italia, guardandoli in tv li ha scoperti e si è innamorata delle voci incredibili e della personalità straripante di Samuele e Carola. Forse o molto probabilmente con un televoto da casa l’esito del talent sarebbe stato decisamente diverso e se fosse sceso ieri sera un marziano negli studi di Cologno Monzese avrebbe fatto un pò di fatica a non vedere vincitori Samuele e Carola tra i primi due-tre della classifica ma va bene così. Poco male perché Io Canto non è stato un punto d’arrivo ma soltanto di partenza, la vetrina di questi giovanissimi fenomeni. Scende il sipario su una splendida esperienza che mette in rampa di lancio Samuele e Carola, che hanno tutto per emergere e niente da invidiare a nessuno.
Anche la finale, d’altronde, con Samuele Spina che ha cantato “You never can tell” e Carola Boccadoro che ha eseguito “One night only” ha mostrato di che “pasta” sono fatti questi due fenomeni. E’ andato in scena un altro show. Samuele, nei panni di Chuck Berry, si è scatenato prendendo a schiaffi la propria carta d’identità. Ad un certo punto abbiamo visto sul palco un veterano elettrizzante travestito da 14enne che cantava in maniera impeccabile e danzava con la padronanza di big. Andava ad un ritmo forsennato, un molleggiato 2.0 nella sua versione più trascinante, persino in grado di alleggerire la pressione del momento con le sue solite mosse, i sorrisi e le linguacce irridenti.
Non è stata da meno ed anzi si è presa la scena con un pezzo di grande bravura Carola Boccadoro, sicura di sé, autorevole e a tratti persino “esagerata” nella capacità di esibirsi alla perfezione in un’altalena vocale di alti e bassi, tra sonorità più aspre e poi più dolci, senza sbagliare una virgola. Anche qui è andata in sovrimpressione la scritta dei 13 anni ma sarebbe bastato chiudere gli occhi per farsi venire il dubbio che la Carola che si esibiva a Io Canto fosse una professionista con il doppio o triplo dell’età per la maturità che ha dimostrato.
Bravi questi fenomeni di casa nostra, che sognavano di vincere Io Canto e ci hanno creduto sino all’ultimo ma non hanno nulla da rimproverarsi e hanno chiuso la finale a testa alta, altissima. In fondo la storia insegna qualcosa e anche in altri concorsi è capitato spesso di vedere giovani promesse che alla prima occasione che conta, all’atto finale non vincono ma poi quello stesso verdetto gli porta bene e li lancia a piene mani verso un futuro ricco di soddisfazioni.
Chapeau direbbero i francesi. Tanto di cappello e standing ovation per Samuele e Carola, due giovani che cantano benissimo ma soprattutto si sono affermati prima di tutti gli altri perché hanno saputo fare la cosa più difficile: sono riusciti ad emozionare gli spettatori. Hanno toccato il cuore della gente. Avanti tutta, adesso. All’orizzonte c’è una prateria verso una carriera vera e importante. La strada è lunga ma tutto questo talento sarà il propellente per andare a percorrere la via di gran carriera, sino in fondo.
