HomeTurismo & LifestyleImposta di soggiorno a Taormina: una valanga di milioni buttati via

Imposta di soggiorno a Taormina: una valanga di milioni buttati via

TAORMINA – Il nuovo esecutivo a Taormina avvia una ricognizione per “radiografare ” la spesa dell’imposta di soggiorno da parte del Comune negli anni scorsi ed in buona sostanza la verifica da parte dei vertici di Palazzo dei Giurati è destinata a portare ad un dato abbastanza scontato e piuttosto impietoso: la quasi totalità della somma introitata dal Comune di Taormina dal 2013 (anno in cui venne istituita) per questo balzello è stata buttata via. O bisognerebbe anzi dire che è stata buttata in un Wc.

Se si pensa che stiamo parlando di un’imposta che vale circa 3 milioni e mezzo di gettito annuo (perlomeno nelle annate migliori) non è difficile fare un conto di quanto abbia incassato dal 2013 al 2022 il Comune di Taormina. E figuriamoci a quanto ammonterebbe la somma se fosse comprensiva pure dell’evasione e dei vari furbacchioni, come quelli che qualche tempo fa stavano per finire a processo e poi sono stati assolti e si sono salvati grazie al “lodo Conte” che ha depenalizzato, anzi stroncato, l’ipotesi di reato sugli importi non versati al Comune.

L’imposta di soggiorno viene disciplinata da un apposito regolamento che, in pratica, è diventato carta straccia: è finita nel calderone del bilancio comunale, nella terra di nessuno, senza che sia mai stata istituito un capitolo ad hoc di spesa nello schema finanziario del Comune. Doveva (anzi deve) servire per il turismo e la promozione del territorio ma in larga parte non è stato così e il report in arrivo – questo lo si può già anticipare – confermerà che questa importante fonte di entrata per l’ente non è stata spesa come si poteva e si doveva fare.

Nel 2015 gli albergatori si erano anche rivolti alla Corte dei Conti e l’organo di controllo invitò il Comune, con apposita nota, a rispettare il vincolo di destinazione dell’imposta. Ma la svolta non c’è mai stata e anche quando l’imposta di soggiorno è stata impiegata per iniziative che in linea teorica potevano essere attinenti al turismo, sono venuti fuori sprechi o – peggio ancora – tutto si è ridotto al remake in salsa paesana di un noto programma di Piero Chiambretti.

La pietra tombale l’ha messa il presidente degli Albergatori, Gerardo Schuler: “A Taormina sull’imposta di soggiorno sino ad oggi ci si è comportati in maniera eticamente scorretta, e le somme sono state destinate ad altri scopi, non al turismo che era la materia prevista per investire questi introiti”. Cambieranno le cose? E’ decisamente auspicabile. Perché Taormina – repetita iuvant – è una Ferrari che da parecchi anni a questa parte è stata guidata come una 500 “scassata”. E i fatti sono più ostinati delle chiacchiere.

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