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Il sindaco di Taormina: “Sì ad intitolazione di una via a Dino Grandi”

TAORMINA – Il sindaco Cateno De Luca apre all’intitolazione di una via della Città di Taormina a Dino Grandi.

Lo ha dichiarato il sindaco di Taormina Cateno De Luca rispondendo alla seguente domanda di Klaus Davi nel corso del talk KlausCondicio: “Wikipedia indica Dino Grandi tra i più assidui frequentatori di Taormina, lei gli intitolerebbe una via?”, ha chiesto Davi a De Luca.

“Direi di sì, gli intitolerei una via: Dino Grandi è un uomo che si è ravveduto. Poi se l’abbia fatto per opportunismo non posso saperlo. Ho visto la fiction andata in onda recentemente su Rai 1 e non si è capito. Non è prevalso che cosa l’abbia effettivamente mosso. Da questo punto di vista, del regime, era l’ultima notte di Mussolini, se non ricordo male la fiction si intitolava proprio cosi: l’ultima notte di Mussolini. Onestamente, dico sì”. Questa la risposta di De Luca.

Politico e diplomatico italiano, Dino Antonio Giuseppe Grandi, Conte di Mordano, è passato alla storia per la presentazione dell’omonimo ordine del giorno al Gran consiglio del fascismo del 25 luglio 1943 che portò alla destituzione di Benito Mussolini. Fu, quindi, ministro degli esteri, ministro di grazia e giustizia e ambasciatore a Londra del Regno d’Italia.

Il 25 luglio 1943, al Gran Consiglio, Grandi presentò come detto il famoso ordine del giorno, che portò alla sua caduta. Dopo la destituzione e l’arresto del Duce la storia racconta che si oppose alla scelta di Badoglio: avrebbe preferito una personalità più giovane e non compromessa con il regime. Con la nascita della Repubblica di Salò, si rifugiò in Spagna e in Portogallo. Churchill in persona volle testimoniare del suo sentimento antitedesco e della sua vicinanza all’Inghilterra, dove fu a lungo ambasciatore. Nel dopoguerra riuscì a sfuggire il giudizio come criminale di guerra. Nel 1946 si trasferì in Brasile, dove divenne rappresentante della Fiat, possidente terriero, consulente legale della famiglia Kennedy. Rientrò in Italia nel 1959 e acquistò una grande e florida azienda ad Albareto, in provincia di Modena, “nel cuore dell’Emilia ormai rossa” (Gotor).

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