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IL CARO-VITA RUBA 12 MLD AGLI GLI ITALIANI E LETTA FA LA CROCIATA SUI RAVE PARTY

Mentre gli italiani lottano contro il caro-vita, nello stesso momento in cui famiglie e imprese cercano di fare quadrare i conti dopo due anni di pandemia e con lo tsunami delle bollette, parte la legislatura e qual’è la prima battaglia del PD ancora guidato dall’intellettuale perdente Enrico Letta? I rave party. Il nuovo Ministro dell’Interno, Piantedosi inasprisce le misure di contrasto ai rave party, quei raduni cioè in cui centinaia di persone si danno appuntamento – occupando abusivamente aree di privati – per sballarsi e drogarsi.

Si può anche discutere (ma con altri toni) se qualcosa debba essere rivista, di certo non si può dire che l’argomento non necessiti di una soluzione non solo per fermare questi rave party ma per impedire che si facciano. E’ l’incubo delle famiglie che vedono i loro figli partecipare a questi raduni privi di qualsiasi logica, dove non c’è una sana e legittima forma di divertimento ma un inquietante rito di pericolosa follia collettiva. E il segretario del PD che fa? Scatena subito una polemica perchè la priorità è sempre e comunque quella di alzare un polverone politico, su qualunque argomento e a tutti i costi, pur di demonizzare un governo dove – dopo 11 anni – non ci sono più i palazzinari del PD.

E allora Letta ha lanciato addirittura hashtag #NoArt434bis. “Il Governo Meloni ritiri il primo comma dell’art.434 bis di riforma del Codice Penale. È un gravissimo errore. I rave non c’entrano nulla con una norma simile. È la libertà dei cittadini che così viene messa in discussione”, arringa il segretario del PD. Ed ancora: “Le precisazioni del Viminale sulla questione rave party non cambiano la questione giuridica che abbiamo posto. Anzi, la precipitosa e inusuale precisazione conferma che hanno fatto un pasticcio. Che si risolve solo col ritiro della norma. #NoArt434bis”.

E via con l’allarme sui diritti dei cittadini, e via con la minaccia che quelle misure restrittive vengano applicate addirittura agli studenti che fanno auto-gestione a scuola. Una lunga serie, l’ennesima, di bestialità targate Enrico Letta, che finisce persino per legittimare l’azione politica di chi su questa storia poi ci vorrà ricamare alla grande per fare un pò di propaganda di partito come il solito Salvini.

“La norma anti-rave illegali interessa una fattispecie tassativa che riguarda la condotta di invasione arbitraria di gruppi numerosi tali da configurare un pericolo per la salute e l’incolumità pubbliche”. E’ quanto fanno sapere fonti del Viminale. Una norma, precisano sempre dal Ministero dell’Interno, “che non lede in alcun modo il diritto di espressione e la libertà di manifestazione sanciti dalla Costituzione e difesi dalle Istituzioni”.

Secondo gli avvocati penalisti “con il nuovo reato le intercettazioni sono possibili”. “La norma che vieta i rave stabilisce sanzioni anche per i partecipanti, nei confronti dei quali la pena è ‘diminuita’. Ciò vuol dire che il giudice, al termine del processo, deve applicare una diminuzione che può arrivare fino ad un terzo della pena edittale che nei confronti degli organizzatori può andare dai tre ai sei anni. Non comprendo, quindi, perché il premier Meloni abbia voluto rivendicare di non avere dato il via libera alle intercettazioni dal momento che questo reato prevede pene superiori ai cinque anni”, ha chiarito il presidente delle Camere Penali, Gian Domenico Caiazza.

Non vogliamo entrare nel merito degli aspetti normativi e giurisprudenziali della vicenda, ma due interrogativi vanno posti. I rave party, droga party, vanno bloccati? La risposta è sì, senza se e senza ma. Letta lo ha capito che agli italiani interessano altri problemi e ben altre emergenze? Letta lo sa o fa finta di non saperlo che qualsiasi genitore di buona coscienza non vorrebbe mai che i propri figli si recassero a questi raduni?

Qualcuno dovrebbe spiegare a Letta che il “caro vita” innescato dalla corsa dei beni energetici, in questa seconda metà del 2022, starebbe già erodendo capacità di spesa degli italiani per 12,1 miliardi, corrispondenti a circa 470 euro a famiglia”. Lo calcola l’ufficio economico di Confesercenti, dopo che già la Cgia di Mestre aveva lanciato l’allarme su come l’inflazione stia mettendo a rischio 92 miliardi di risparmi degli italiani. Conta questo, altro che una crociata scriteriata sui rave party che va contro l’interesse dei cittadini e non è in nessun modo un tema centrale per il futuro della gente.

Tra le varie riflessioni una certezza: se Enrico Berlinguer, vero autorevole leader di una sinistra che non è questa, fosse ancora qui, oggi probabilmente andrebbe a prendere l’attuale segretario del PD per un orecchio e lo porterebbe dritto all’aeroporto per spedirlo sul primo volo per la Francia. Destinazione Università di Parigi, viaggio di sola andata.

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