“Oggi inizia una rivoluzione nel mondo del lavoro, mettiamo un tassello fondamentale che è quello dei navigator. Molti giovani italiani quando arriveranno ai centri dell’impiego avranno un’opportunità. Abbiamo mantenuto un’altra promessa. Sono stato preso in giro sui navigator ma questi ragazzi sono gli alfieri di un nuovo modo di portare avanti le politiche attive in Italia. Faremo in modo di rasserenare anche tanti genitori affinché i loro figli non vadano all’estero per lavorare”. Così si esprimeva, con tono trionfale, il 31 luglio 2019, Luigi Di Maio, allora Ministro del Lavoro, delle Politiche Sociali e dello Sviluppo Economico del primo governo Conte.
La rivoluzione decantata da Di Maio è rimasta carta straccia, non si è mai concretizzata o forse in un’altra galassia, non in questa. E adesso il governo Meloni ha deciso di mandare a casa i navigator.
Ai circa 1.500 navigator incaricati di assistere i beneficiari del Reddito di Cittadinanza nella ricerca di un’occupazione o di un’opportunità formativa il 31 ottobre è scaduto l’incarico e non verrà rinnovato.
“In relazione alle notizie circolate in queste ore relative alla proroga degli ex navigator, scaduti lo scorso 31 ottobre – rende noto il Ministero del Lavoro -, si precisa che detti contratti non sono prorogabili. Sul tema e nell’ambito delle attività di coordinamento è stata invece avviata una mera attività ricognitiva tra le Regioni. Eventuali ulteriori utilizzi degli ex navigator richiederebbero l’approvazione di una apposita norma, non allo studio del Ministero”.
