HomeAperturaGuerra Hamas-Israele: prepariamoci ad altri aumenti

Guerra Hamas-Israele: prepariamoci ad altri aumenti

Non c’è guerra che non porta aumenti. L’equazione era già entrata in azione per il conflitto in Ucraina e puntualmente, adesso, è lo scontro tra Israele e i palestinesi ad aprire la strada ai soliti, immancabili, rincari. Con il retrogusto, ovviamente, degli speculatori che sono già pronti ad entrare in azione per colpire le famiglie.

Il prezzo della benzina in crescita dopo l’attacco di Hamas in Israele: è una casualità? “Il prezzo potrà purtroppo subire delle conseguenze negative a causa delle turbolenze sui mercati derivanti dall’attacco di Hamas a Israele e da quanto potrà conseguirne, come si evidenzia anche dall’impennata del prezzo del Brent nella giornata di oggi, cresciuto a più di 87 dollari”. A dirlo è il Ministero delle Imprese e in una nota dove dice che continua “a essere alta l’allerta del Mimit su questo fronte, attraverso le strutture di monitoraggio preposte”. Il prezzo della benzina è sceso oggi a 1,945 euro/l, e, nelle ultime due settimane, ha visto una contrazione di 5,3 cent.

Il Codacons conferma che il pericolo di aumenti (e speculazioni) c’è. “Gli effetti della guerra in Israele potrebbero sentirsi da subito sulle tasche degli italiani, con un impatto fino a +390 milioni di euro al mese solo per i costi legati ai rifornimenti di carburante”. Il Brent è schizzato sopra gli 87 dollari al barile a seguito dello scoppio del conflitto. E l’associazione dei consumatori spiega: “Il calo dei listini alla pompa registrato negli ultimi giorni in Italia rischia di essere del tutto vanificato dagli effetti della guerra tra Hamas e Israele . Sappiamo che ogni aumento delle quotazioni petrolifere si riflette in modo pressoché immediato sui prezzi di benzina e gasolio, e già domani potremmo assistere ad un assestamento al rialzo dei listini presso i distributori. Un danno evidente per le tasche dei cittadini. Un aumento di 10 centesimi di euro al litro per benzina e gasolio equivale ad un maggior esborso pari a +5 euro a pieno, con un impatto stimabile in +390 milioni di euro al mese per le famiglie italiane solo per la voce rifornimenti di carburante. A tale effetto diretto occorrerebbe poi aggiungere quello indiretto legato ai prezzi al dettaglio.
In presenza di rialzi per benzina e gasolio i listini dei prodotti trasportati, a partire dagli alimentari, subirebbero un aggravio come conseguenza dei maggiori costi di trasporto, con ulteriori ripercussioni negative per le famiglie”.

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