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Giornata contro l’Aids, ancora 1,3 milioni di contagi

Prevenzione e accesso ai farmacisono le parole chiave in questa 35esima edizione della giornata mondiale contro la lotta all’Aids. Le Nazioni Unite hanno pubblicato un rapporto che mostra come questi due fattori cruciali per debellare la malattia passano prima di tutto dalle reti comunitarie, protagoniste di questa edizione. “Let communities lead – Lasciate che siano le comunità a guidare” mette in evidenza il ruolo fondamentale giocato in questi anni dalle comunità in prima linea nella lotta all’Aids in tutto il mondo. I significativi progressi di questi anni sono stati raggiunti soprattutto grazie alle organizzazioni della società civile che si sono impegnate nella fornitura di servizi e assistenza a chi soffre della sindrome.

I decessi per Aids sono diminuiti del 70% rispetto al picco raggiunto nei primi anni duemila, anche se il numero delle nuove infezioni rimane alto. Sono circa 1,3 milioni le persone contagiate ogni anno. L’Aids, la sindrome da immunodeficienza acquisita è causata dal virus dell’Hiv, che provoca una riduzione significativa delle difese immunitarie. Chi viene contagiato rischia di non accorgersi subito di aver contratto l’infezione, che nelle fasi iniziali si manifesta con dei sintomi simili a quelli dell’influenza. Secondo il nuovo rapporto Unaids percorrere l’ultimo miglio per porre fine all’AIDS richiederà sforzi mirati per raggiungere coloro che hanno meno probabilità di beneficiare dei programmi di assistenza esistenti, rendendo fondamentali gli approcci guidati dalle comunità. L’Hiv si trasmette tramite rapporti sessuali non protetti, il contatto con il sangue di una persona portatrice del virus o da madre a figlio durante la gravidanza.

Nel 2022 erano 39 milioni le persone che vivevano con l’Hiv in tutto il mondo e di queste 9,2 milioni non hanno accesso a cure salvavita. Nello stesso anno sono stati circa 640mila i decessi legati alla patologia. In Italia si registrano 3,2 nuove diagnosi ogni 100mila persone, un dato al di sotto della media degli altri Paesi dell’Unione europea, dove il numero sale a 5,2. Nel rapporto dell’Unaids i dati dimostrano che è possibile eliminare la minaccia per la salute pubblica rappresentata dall’Aids entro il 2030, uno degli obiettivi per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Ma questo avverrà solo se le comunità in prima linea riceveranno il pieno sostegno di cui hanno bisogno da parte di governi e donatori, in particolare dal punto di vista dei finanziamenti. Secondo l’Unaids le organizzazioni della società civile dovrebbero ricoprire un ruolo centrale

“Le comunità di tutto il mondo hanno dimostrato di essere pronte, disposte e in grado di aprire la strada. Ma hanno bisogno che le barriere che ostacolano il loro lavoro vengano abbattute e che dispongano di risorse adeguate”, ha affermato Winnie Byanyima, direttore esecutivo di Unaids. Mentre nel 2012 oltre il 31% dei finanziamenti per l’Hiv veniva destinato alle organizzazioni della società civile nel 2021 queste hanno ricevuto solo il 20% dei finanziamenti. Un passo indietro senza precedenti negli impegni che è costato e continua a costare vite. Ogni minuto una vita viene persa a causa dell’Aids. Ogni settimana, 4mila ragazze e giovani donne vengono infettate dall’Hiv.

Le campagne delle comunità hanno contribuito a spianare la strada per l’accesso ai farmaci generici contro l’Hiv, portando a riduzioni drastiche e durature del costo del trattamento. Si è passati da una spesa di 25mila dollari pro capite all’anno nel 1995 a meno di 70 dollari nei Paesi oggi più colpiti dall’Hiv. I programmi portati avanti dalle organizzazioni comunitarie in Nigeria sono stati associati a un aumento del 64% nell’accesso al trattamento per l’Hiv, nonché a un raddoppio della probabilità di utilizzo dei servizi di prevenzione. Nel rapporto si nota anche come tra le sex workers raggiunte da un pacchetto di servizi nella Repubblica Unita di Tanzania, il tasso di incidenza dell’Hiv è stato ridotto a meno della metà (5% contro il 10,4%). “Sono le comunità che ne sanno di più. Sanno come progettare, attuare e monitorare i programmi e le strategie per l’HIV per raggiungere le persone più bisognose”, ha detto il vicedirettore esecutivo di Unaids, Angeli Achrekar.

Fonte: Euronews Italia

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