Vittorio Feltri torna a puntare l’attenzione con toni provocatori sul Sud. Nella rubrica La Stanza di Feltri, il giornalista ha risposto così ad un lettore sull’accusa di razzismo verso i meridionali: “Non mi dico pentito né sono disposto a ritrattare quello che ho affermato riguardo il nostro Mezzogiorno. Ribadisco: il Mezzogiorno è arretrato, inferiore, come inferiori sono le condizioni di vita e le chance di cui possono godere gli abitanti della parte bassa dello Stivale. Decenni di negazionismo e di indifferenza da parte della società civile e delle istituzioni hanno contribuito ad aggravare una situazione di immobilismo e di apatia nella quale il Sud e i meridionali permangono tuttora incastrati, anzi imprigionati, nonostante le potenzialità e le prepotenti vocazioni che quei territori possiedono”.
“Tutto ciò – continua l’ex direttore di Libero – si traduce in uno spreco imperdonabile: di risorse, di capitale umano, di opportunità. A farne le spese sono milioni di cittadini che in quelle aree vivono e che da quelle aree sono costretti, loro malgrado, ad emigrare, recidendo il contatto quotidiano con le radici e allontanandosi dai familiari oltre che dai luoghi natali, allo scopo di potere lavorare e campare decentemente”
Poi l’affondo finale di Feltri: “È questo a scandalizzarmi. È questo a doverci indignare e non le mie libere opinioni, espressione di quella libertà di pensiero che è costituzionalmente garantita ma che pure in questi ultimi anni è sotto attacco, minacciata da quel politicamente corretto che spesso vieta di pronunciare il vero, che ci costringe a rinunciare alla verità in nome di un perbenismo meschino e finto”. Parole che si commentano da sole, destinato a riaccendere le polemica nei confronti del giornalista bergamasco che non è mai stato “tenero” verso il Sud e conferma la sua posizione provocatoria e molto discutibile.