“Il dibattito sull’articolo 18 della bozza di legge di bilancio, che propone di portare al 26% la cedolare secca sulle locazioni turistiche, sta assumendo toni a dir poco surreali”. E’ la posizione espressa in una nota da Federalberghi. La questione interessa anche Taormina, la capitale del turismo siciliano.
“I paladini degli affitti in nero – evidenzia Federalberghi – fanno finta di non sapere che la cedolare secca è un’agevolazione e che la sua applicazione è facoltativa. Chi non vuole avvalersene, è libero di pagare le tasse senza sconto, nella misura prevista per i comuni mortali, inclusi pensionati al minimo e titolari dell’indennità di disoccupazione, ai quali si applica un’aliquota minima del 23%. Chiediamo allo Stato di dire chiaramente da che parte sta e ci auguriamo vivamente che voglia schierarsi senza esitazioni al fianco delle imprese che rispettano le regole e pagano le tasse, producendo ricchezza per il Paese e lavoro per i nostri giovani. Chiediamo inoltre di conferire ai sindaci il potere di governare il fenomeno e di procedere celermente all’aggiornamento delle norme che disciplinano gli affitti brevi. Occorrono regole, controlli e sanzioni, per tutelare i clienti, i lavoratori, i cittadini e le imprese”.
“Spiace, inoltre, assistere a tutto questo affannarsi in difesa di attività a dir poco “opache”, mentre nemmeno una parola viene spesa per commentare l’aumento ino al 40% dell’imposta di soggiorno che viene previsto all’articolo 82 della bozza di legge di bilancio, con il tetto massimo che salirebbe da 10 a 12 euro a Roma e Venezia e da 5 a euro nelle altre città”, conclude Federalberghi.