HomePolitica(Euro)sedute spiritiche mentre l'ospedale di Taormina sbaracca

(Euro)sedute spiritiche mentre l’ospedale di Taormina sbaracca

TAORMINA – “Se andrà bene…supereremo alle elezioni europee il 4%”. Lo annuncia con giubilo il sindaco di Taormina, Cateno De Luca, impegnato nel suo tour di incontri politici a Roma per le alleanze in vista delle elezioni Europee. L’Annuntio vobis gaudium magnum arriva nello stesso momento in cui in Sicilia va in scena l’ennesimo grido di dolore per l’ospedale di Taormina, sempre più alla deriva, con i cittadini ridotti a pietire la conferma di ciò che spetterebbe loro di diritto: il diritto di salute.

Il San Vincenzo continua a perdere pezzi e resta in balia delle onde, tra l’indifferenza della politica locale e all’insegna di proteste a compartimenti stagni.

Il 12 marzo scorso a Palermo si è svolta la manifestazione delle famiglie dei bambini in cura al Centro di Cardiochirurgia Pediatrica di Taormina. Tutte queste famiglie (e non solo loro) spingono affinché il Ministero della Salute si convinca a concedere una deroga rispetto al decreto Balduzzi, la maledetta normativa che al momento è la zavorra normativa che segna la linea divisoria tra la conferma del centro e la paventata soppressione. Ancora una volta emergono due dati molto significativi: la politica di Taormina e dintorni è assente, e la protesta va a riguardare un solo reparto nel contesto assai più ampio di un ospedale che tra chiusure e depotenziamenti è a rischio di sopravvivenza nella gran parte delle sue unità operative.

Ovviamente di questa situazione non si può dare alcuna colpa alle famiglie dei bambini del Ccpm, le uniche che stanno cercando con orgoglio e generosità di opporsi allo scempio della buona sanità, le sole voci che si stanno facendo sentire. I genitori predicano nel “deserto sahariano” che c’è attorno a loro. In questi giorni c’è stata la trasferta a Bruxelles dell’imprenditrice taorminese Maria Rita Sabato, che ci ha messo la faccia per la presentazione di una petizione. Prima di lei c’era stato l’ordine del giorno presentato in Consiglio comunale da Marcello Passalacqua e poi approvato all’unanimità. Peccato, tuttavia, che il Consiglio comunale e la Giunta taorminese, come pure gli amministratori di tutti gli altri comuni dell’hinterland ionico-alcantarino, fossero assenti a quella protesta di martedì scorso di fronte a Palazzo d’Orleans. La logica e il buon senso avrebbero voluto che si organizzasse una protesta di massa sull’ospedale di Taormina, non soltanto sul Ccpm ma a difesa di tutti i reparti, una manifestazione omnicomprensiva per far sentire che c’è un territorio incazzato e agguerrito. Dovevano esserci i rappresentanti istituzionali al fianco della gente. Non sarebbe stata un’impresa impossibile organizzare dei pullman, come già è stato fatto in altre occasioni.

Di fronte ai continui scippi di un ospedale che rappresentava un fiore all’occhiello e da tempo è stato ridotto all’impotenza, dovrebbero saltare i tavolini in aria e bisognerebbe difendere i vari reparti – tutti e non solo il Ccpm – con la faccia feroce e attraverso una battaglia di popolo. E invece Taormina e il suo comprensorio sonnecchiano e restano piuttosto apatici, fanno il solletico alla Regione e al Ministero, mostrano tutta la propria debolezza, l’incapacità di fare squadra e mettere pressione sulle Istituzioni, per salvaguardare insieme i servizi essenziali e un presidio sanitario, il San Vincenzo, che appartiene non soltanto alla Città di Taormina ma a tutto il circondario. A meno che, ovviamente, il concetto di difesa di un ospedale non si debba ricondurre ad un paio di sceneggiate mediatiche e qualche passerella una tantum. Tutte cose che per la quasi totalità non servono a nulla.

E allora, alla fine della fiera, l’immagine eloquente del momento è quella del sindaco di Taormina che in tanti speravano di vedere alla guida di un crociata per l’ospedale e che, invece, in queste ore, come detto, è lontano per altri impegni. De Luca prosegue il suo giro di consultazioni a Roma, per le Europee. La parola d’ordine è Libertà, Libertà, Libertà. Volli, fortissimamente volli Bruxelles. Meno Europa, più Italia, aspettando l’ora propizia del Meno Europa e più Taormina. De Luca carica e fustiga, tuona e tiene per gli zebedei i potenziali alleati, brandendo il simbolo di Sud chiama Nord come Armageddon della crociata siculo-padana anti-sistema. C’è Roberto e c’è Franco, forse pure Gianni e Marco, poi chi altro ancora si vedrà. Scateno ci rassicura che le “sedute spiritiche” romane stanno andando bene. Brindiamo, viva il vino spumeggiante: mentre il San Vincenzo sbaracca è ancora più scintillante.

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