HomeItalia - EsteriEmanuela Orlandi a Londra, il fratello: "Ho le prove"

Emanuela Orlandi a Londra, il fratello: “Ho le prove”

Martedì 11 aprile 2023 è la data che potrebbe aprire le porte ad una svolta nel giallo della scomparsa di Emanuela Orlandi. L’Ufficio del Promotore di Giustizia Vaticano l’11 aprile, dopo Pasqua, riceverà infatti il fratello di Emanuela, Pietro. “L’incontro è stato richiesto da quest’ultimo, che sarà accompagnato dal proprio avvocato, al fine di rendere proprie dichiarazioni e offrire eventuali informazioni in suo possesso nell’ambito del fascicolo aperto dal Promotore di Giustizia vaticano a gennaio di quest’anno, a seguito di alcune recenti dichiarazioni sulla scomparsa della sorella”, riferiscono fonti della Santa Sede. L’Ufficio del Promotore conferma “la volontà della Santa Sede di fare chiarezza sulla vicenda, anche alla luce delle recenti dichiarazioni di Pietro Orlandi, intraprendendo ogni azione possibile al fine di giungere ad una ricostruzione accurata degli eventi, per quanto di propria competenza”.

Da parte sua, la famiglia Orlandi – attraverso il legale Laura Sgrò – dà voce alla propria soddisfazione: “Siamo contenti. Sono anni – ha fatto sapere all’Adnkronos l’avvocato che sarà presente all’incontro col pm in Vaticano – che chiedevamo di poterci incontrare anche nello spirito di Sua Santità che ci aveva invitato a rivolgerci al Promotore di giustizia . Speriamo sia un momento di condivisione fruttuoso, di ricerca della verità”. Il riferimento è alla pista londinese? “Noi – dice l’avvocato Sgrò – porteremo al Promotore tutte le informazioni che abbiamo nell’intento di condividerle. Speriamo e crediamo nella volontà del Papa di fare chiarezza. Noi siamo a disposizione dell’ufficio del Promotore nella chiara ottica collaborativa. L’intento è quello di riportare Emanuela a casa, viva o morta. Dopo 40 anni deve tornare a casa”. Certamente, annota il legale della famiglia Orlandi, “se il Promotore si pronuncia in una certa maniera, lo fa perché c’è la volontà che ha ricevuto dal Papa. Nessuno si azzarderebbe mai ad attribuire al Papa pubblicamente parole che non sono sue. E’ un momento in cui abbiamo fiducia. Il nostro intento è quello di una collaborazione fruttuosa . Noi non ce l’abbiamo con nessuno, vogliamo solo la verità, che si può ricercare con il nostro lavoro e il lavoro attento degli inquirenti”.

A quanto pare la ricerca della verità nel giallo Orlandi porterebbe adesso verso la pista inglese. La ragazza dopo il rapimento sarebbe stata portata a Londra. A rilanciare questa indiscrezione è stato il Corriere della Sera, tornato sul caso con nuove rivelazioni emerse nelle ultime ore e che, scrive il quotidiano, «provengono da fonti diverse e, forse non a caso, presentano punti di convergenza. Un documento “riservatissimo” sarebbe pervenuto al Corriere della Sera e descriverebbe i presunti spostamenti della quindicenne, a partire dalla sera stessa della scomparsa.

Pietro Orlandi ci crede e non ne fa mistero: «Quando dico che credo alla pista di Londra dico sul serio, tanti elementi portano a capire che sia stata lì. C’è stato un ricatto tra due gruppi di persone, con Emanuela messa in una situazione per un ricatto più forte. Qualcuno ha commesso qualcosa e usato quella situazione per fare un ricatto enorme».

Secondo Pietro Orlandi ci sarebbero elementi concreti che avvalorerebbero la pista investigativa che porta in Inghilterra. Una pista suffragata da fatti e documenti. Il fratello di Emanuela ritiene che ci sia motivo di credere che Emanuela sia davvero passata per Londra. Un convincimento che Pietro ha già rilanciato anche in tv, a “Di Martedì” su La7, asserendo: «Sono entrato in possesso di documenti in cui ci sono riscontri che mi dicono che quanto c’è scritto in quei fogli è vero. Alcune persone, in contatto con personalità della Chiesa Anglicana, mi hanno detto delle cose in relazione alla presenza di mia sorella a Londra. Ci sono delle relazioni tra personaggi di alto livello del Vaticano e le istituzioni inglesi».

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