Si va alle elezioni e la legislatura si chiude con una piccola coda indigesta per i parlamentari che perderanno gli ultimi mesi di stipendio e soprattutto per quelli di prima nomina (circa il 70% del totale) che, a causa della fine anticipata della legislatura, dovranno pagare una 5.510 euro per garantirsi la pensione.
E’ evidente che non si tratta di un muro insormontabile per chi porta a casa oltre 20 mila euro al mese e rispetto al totale di 50mila euro di contributi versati fino ai 4 anni 6 mesi e un giorno ma sarà pur sempre un onere poco gradito agli inquilini di Montecitorio e Palazzo Madama.
Va detto che nonostante lo scioglimento anticipato delle Camere la pensione dei parlamentari è salva (buon per loro) e per una manciata di giorni sono riusciti ad evitare la beffa. In ogni caso dovranno versare 5 mila euro a parlamentare da qui ai prossimi otto mesi.
E’ già storia nota che con la data delle nuove elezioni fissata al 25 settembre ed il termine per avere i requisiti scatterà dopo 4 anni, 6 mesi e 1 giorno, il 24 settembre, un giorno prima delle elezioni. Ma il Parlamento resta in carica fino al successivo insediamento, quindi i privilegiati delle aule romane ne avrebbero avuto diritto anche se si fosse votato prima.
I parlamentari matureranno in extremis il diritto alla quota completa dei cinque anni di legislatura, anche se Camera e Senato sono stati sciolti.