HomePoliticaDe Luca sconfessa i colonnelli: "Alle Europee è stata una sconfitta"

De Luca sconfessa i colonnelli: “Alle Europee è stata una sconfitta”

“Alle Europee è stata una sconfitta”. Così Cateno De Luca ha commentato l’esito delle elezioni Europee in un’intervista rilasciata a La Sicilia di Catania, a Mario Barresi. Mentre i “colonnelli” deluchiani dichiarano il successo di Sud chiama Nord, De Luca ha capito come sono andate davvero le cose. Sgombra il campo da alibi e interpretazioni arrangiate del dato elettorale e non nasconde la sua delusione.

“Lo sdoganamento nazionale è fallito – ha dichiarato De Luca a Barresi -. Ne prendo atto: il risultato è chiaro: inutile coltivare sogni da movimento nazionale. Ed è una constatazione irreversibile”. Parole che non si prestano a troppe interpretazioni, una presa d’atto e di coscienza da parte del sindaco di Taormina e leader di Sud chiama Nord. Così De Luca, di fatto, sconfessa l’euforia post-voto (convinta o di circostanza?) di quelli che lo hanno accompagnato in questa campagna elettorale ma in molti casi non hanno rappresentato un valore aggiunto per Sud chiama Nord o peggio ancora hanno concorso a creare le condizioni per un esito deludente. De Luca la sua parte l’ha fatta e ha girato in lungo e in largo l’Italia e la Sicilia anche a dispetto dei problemi di salute: sotto di lui il vuoto, uno strapiombo in termini di figure in grado di leggere gli scenari e supportare il capo nelle dinamiche di crescita del partito.

Non basta l’esercizio di adulare il leader e preoccuparsi di marcare il perimetro attorno a lui perché poi tanto a portare i voti ci penserà Cateno: la politica a certi livelli è un’altra storia e i risultati sono visti. Eccolo il vulnus che si traduce in un bivio: De Luca i consensi li ha e li continua ad avere, ma poi alle sue spalle il livello scende in termini significativi zavorrando le aspettative di un partito che ha l’ambizione di governo in Sicilia e che si è affacciato sulla ribalta nazionale. Il dopo-voto porterà ad un repulisti o tutto si fermerà ad una strigliata?

“Il problema non è il salto. Ma quello che io chiamo il “bollino Chiquita”. Siamo stati travolti da una campagna elettorale trainata dalle segreterie nazionali. I risultati li hanno fatti loro nei salotti tv dove per noi non c’era posto”, ha detto De Luca a La Sicilia.

“Nel rapporto fra voti di lista e preferenze dei candidati, in Sicilia sono andato meglio della Meloni: ho preso oltre il 60 per cento dei nostri 115mila voti, lei il 59 su 180mila. E la Schlein è al 30 per cento. Ho un consenso comunque radicato: mezzo milione di voti, il 24 per cento, alle Regionali, meno di due anni fa. Ripartiamo da qui e adesso mi concentro sulla Sicilia”.

E come andrà a finire con il Pd e il M5S che alle Regionali 2022 erano crollate 10 punti dietro De Luca e alle Europee hanno sorpassato ScN? “Abbiamo mantenuto il 7 per cento delle Politiche. Ho un consenso comunque radicato: mezzo milione di voti, il 24 per cento, alle Regionali, meno di due anni fa. Ripartiamo da qui e adesso mi concentro sulla Sicilia. Mi ricandiderò a presidente della Regione ma sarei uno sprovveduto se rilanciassi oggi una corsa solitaria. C’è un fronte di opposizione alle destre? Uniamoci. Il perimetro è già delineato: chi non è al governo regionale. Senza accettare “pentiti” dell’ultim’ora. Patti chiari e amicizia lunga. Io sono pronto a fare le primarie coinvolgendo tutte le forze alternative alle destre, nessuna esclusa. Misuriamoci, ma almeno un anno prima del voto. Dall’estate del 2026 dovrà cominciare una campagna elettorale in cui ai siciliani presenteremo il programma e la squadra di governo al completo”.

E ancora sulle primarie a sinistra con Pd e M5S: “Accetteranno se vogliono evitare di sembrare un’ammucchiata e soprattutto per recuperare la credibilità persa con i siciliani dopo i tradimenti del 2022, Chinnici docet. E comunque non sarebbero primarie del fronte progressista, ma di una coalizione alternativa al governo Schifani. Io non appartengo al centrosinistra”.

Alla fine eccolo, nelle parole di De Luca, lo scenario più probabile di chi sa che, a questo punto, non sarà semplice mettere il guinzaglio alla sinistra e portare a dama democratici e grillini con le primarie: “Stavolta non faccio lo “sfascista”: li aspetto. Ma, se non vogliono le primarie, mi candido da solo…”.

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