HomePoliticaDe Luca, mossa clamorosa: terremoto a Taormina e Messina. Lo fa davvero?

De Luca, mossa clamorosa: terremoto a Taormina e Messina. Lo fa davvero?

La quiete prima della tempesta. Cateno De Luca si è preso 15 giorni di pausa dagli impegni politici dopo le elezioni Europee. Due settimane di tempo per “disintossicarsi” dalle fatiche di una campagna elettorale che non è andata come il sindaco di Taormina sperava e che adesso lo spingono verso una profonda riflessione, spartiacque ineludibile dei destini politici. All’orizzonte ci sono tre anni senza più altre elezioni o magari anche no.

A questo punto è immaginabile che De Luca decida di tornare al palazzo municipale di Taormina e che voglia chiudersi nella sua stanza al Palazzo dei Giurati in attesa che nel 2026 Pd e 5 Stelle dicano se intendono fare o no le primarie di coalizione per le Regionali 2027? Tutto può essere ma la sensazione è che non ci sia nemmeno lo zero virgola zero per cento di probabilità che De Luca abbia intenzione di confinarsi nella bella ma piccola Taormina a fare lo “scrivano fiorentino”, al netto di qualche blitz di paese, ad aspettare che a Palermo maturino gli eventi. Non lo farà perché si sa che De Luca vive sul filo della tensione e delle sfide, fosse per lui farebbe campagne elettorali ad oltranza per 13 mesi all’anno e sin da quando si sono chiusi i seggi delle Europee avrà già in testa come rilanciare la sua corsa alle prossime Regionali. Lo sapeva che non aveva nessuna chance di arrivare al 4% per Bruxelles e ha già fatto sapere che il tentativo di sdoganamento nazionale è un capitolo chiuso, ma non si aspettava la battuta d’arresto in Sicilia, dove Sud chiama Nord arretra dal 25% (Regionali) del 2022 al 7,6% del 2024 (Europee).

E allora De Luca ora che farà? O si ferma a Taormina altri due anni oppure rilancia e prova a riprendersi la scena con un colpo di teatro. Gira una voce sempre più insistente, clamorosa, in ambienti molto vicini al sindaco di Taormina, il tempo dirà se poi sarà una di quelle chiacchiere che finiscono nel furgoncino delle bufale o se De Luca andrà davvero in questa direzione.

Si racconta che De Luca abbia una forte tentazione. Potrebbe decidere di chiudere anzitempo la sua esperienza di sindaco a Taormina, portando la città alle elezioni anticipate con l’indicazione – ma questa è una prospettiva già preventivata in partenza – di un suo candidato e con la convinzione che dall’altra parte ad oggi c’è un’opposizione divisa e confusa, che non ha un candidato a sindaco competitivo e che si sta illudendo che il risultato delle Europee possa bastare a riaccendere i “sogni di gloria“. Sono già tornati i soliti auto-candidati travolti da De Luca nel 2023 eppure di nuovo pronti a darsi battaglia nell’ennesima competizione a chi ce l’ha più lungo. Masochismo all’ennesima potenza che fa godere De Luca e spiana la strada all’adepto che verrà battezzato dal parlamentare come suo prossimo candidato a Taormina.

Ma Taormina sarebbe soltanto contorno o punta dell’iceberg (fate voi) della tentazione deluchiana, perché – sempre stando ai rumors che circolano – De Luca potrebbe rilanciare la sua sfida per le Regionali con un clamoroso ritorno a Messina, dove si aspettava 60 mila voti alle Europee e ne sono arrivati 20 mila. Se così fosse verrebbe chiesto, insomma, a Federico Basile di fare un passo indietro, concordato e condiviso, non adesso ma tra un paio di mesi. Il problema non è Basile, che – va detto – sul piano amministrativo è l’unico preparato tra i “colonnelli” deluchiani, e che gode della stima di De Luca, ma il contorno che si è afflosciato. La sensazione è quella di un esecutivo e una maggioranza che hanno esaurito quella spinta propulsiva ereditata dagli albori della stagione cateniana a Messina. Non a caso il leader ha lanciato di recente quel duro monito con la promessa del “qualche testa salterà”.

Così monta lo scenario dello tsunami, anticamera di una contesa messinese “alla De Luca”. De Luca uno contro tutti, atto secondo, un remake del 2018, una candidatura a sindaco a Messina per la resa dei conti finale contro i potentati della Città della Stretto pronti a coalizzarsi contro il ritorno dell’invasore di Fiumedinisi. Una sorta di rischia tutto, che vedrebbe misurarsi quelli che vogliono dare l’estrema unzione politica a De Luca e lui che insegue una rivincita per un rilancio in grande stile verso l’obiettivo di sempre, la presidenza della Regione.

De Luca i numeri di sa leggere, a differenza dei “colonnelli“, lo sa che a Messina l’Amministrazione in carica si sta sgonfiando e non può permettersi il lusso di arrivare così alla contesa per le future Regionali, con una roccaforte dove Sud chiama Nord perde consensi e gli altri (a differenza di Taormina) si stanno riorganizzando. De Luca accetterà l’idea di aspettare passivamente il corso degli eventi con un biennio di sindacatura a Taormina, nella periferia della politica isolana o romperà gli indugi e ribalterà tutto? Messina – che sotto mille altri aspetti (senza offesa per nessuno) non vale Taormina – sul piano politico indubbiamente darebbe la chance a De Luca di rimettersi al centro della contesa politica siciliana come fu a suo tempo. Un palcoscenico che oggi Taormina non può essere.

E allora eccolo l’elettroshock che De Luca potrebbe decidere di mettere in atto per lanciare un segnale e rimettersi in carreggiata in una partita regionale che rischia di spingerlo inesorabilmente all’angolo, verso l’ennesima corsa in solitaria, stretto nella morsa del centrodestra compatto da una parte e del centrosinistra che, dall’altra parte, non flirta più, ha ripreso fiato e non ne vuole sapere di consegnarsi a De Luca con la trappola cateniana delle primarie.

Fantapolitica post-voto o tsunami in vista? Chi vivrà vedrà. Qualcosa però accadrà, forse non adesso e non subito. Ora è tempo d’estate e De Luca proseguirà la sua esperienza a Taormina ancora per un paio di mesi, c’è il dissesto da chiudere, l’arringa furente già pronta con la relazione di inizio mandato e poi il raggiungimento da centrare di alcuni obiettivi nel secondo semestre dell’anno. A Taormina e Messina si andrà avanti a braccetto ancora per un pò. Poi chissà, verrà il momento di un colpo di teatro. Perché la cateneide insegna che non tutto è successo.

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