Possibile svolta nella lunga battaglia della famiglia di Mario Biondo per dimostrare che il cameraman palermitano, trovato morto il 30 maggio 2013 in Spagna, a Madrid, non si è suicidato. La madre, Santina D’Alessandro, insieme al papà del ragazzo, Pippo, non hanno mai avuto dubbi nel ritenere che Mario Biondo sia stato ucciso e che sia stata poi attuata una macabra messa in scena sul luogo della tragica morte.
Biondo, il 22 giugno 2012, aveva sposato a Taormina la celebre conduttrice televisiva spagnola, Raquel Sánchez Silva. La felicità per quel matrimonio da favola è durata poco e un anno dopo – secondo la giustizia spagnola – si sarebbe tolto la vita, Ma quella di Biondo è una morte che, fa pensare a tutto tranne che ad un suicidio.
Ora, 12 anni dopo, arriva il possibile ribaltano giudiziario. L’Audiencia provinciale di Madrid ha riconosciuto per la prima volta che la morte di Mario Biondo potrebbe non essere stata un suicidio. Una posizione che conferma, in pratica, quanto già stabilito nel 2022 dal Tribunale di Palermo, che aveva indicato come “probabile” l’ipotesi dell’omicidio. Secondo quanto valutato e stabilito dalla corte iberica “si apporta per la prima volta una denuncia contro determinate persone, con numerose prove periziali e una copia di una sentenza giudiziaria da cui sembrano derivare indicazioni che la morte di Biondo non sia stata suicida”.
Tuttavia, nonostante le prove, i magistrati del tribunale respingono l’appello dei familiari della vittima, poiché il fatto “è passato in giudicato”, ha riferito all’Ansa lo studio legale Vosseles Abogados, che rappresenta in Spagna Pippo e Santina Biondo, i genitori di Mario.
“Il tribunale sottolinea che nel momento del ritrovamento del cadavere, nell’immediatezza dei fatti, si sarebbero dovute sviluppare attività investigative (intercettazioni ambientali e telefoniche, acquisizioni di perquisizioni) che non sono state fatte e che, dato il tempo trascorso, non avrebbero potuto essere sviluppate dalle autorità giudiziarie italiane”, segnalano allo studio legale Vosseler. Biondo venne ritrovato morto impiccato a una libreria nella casa in cui viveva con la moglie, Raquel Sanchez Silva, nella centrale Calle Magdalena a Madrid, mentre la presentatrice era in viaggio a Plasencia, in Estremadura, sua città d’origine. Il caso fu archiviato in Spagna come un suicidio.
Nel maggio 2023 il team legale Vosseler – come riportato dall’Ansa – presentò una denuncia al Tribunale di istruzione di Madrid, sostenendo ci fossero “contraddizioni e mancanza di coerenza” tra le evidenze raccolte e la tesi del suicidio. Una denuncia che si basava sulla risoluzione del Tribunale di Palermo dell’agosto 2022, che indicava come “probabile” l’ipotesi dell’omicidio. Fin dall’inizio, la polizia spagnola ha chiuso il caso come suicidio, archiviazione confermata da un giudice istruttore. Ma la famiglia Biondo ha sempre contestato questa conclusione e nel 2022 il gip di Palermo, Nicola Aniello, archiviò l’inchiesta per decorrenza di termini, ma senza escludere l’omicidio. Anzi, secondo il giudice, gli elementi probatori farebbero pensare a una messinscena per coprire l’omicidio. Il caso è tornato sotto i riflettori anche alla luce della discussa docu-serie Netflix “Le ultime ore di Mario Biondo”.
La risoluzione giudiziaria dell’Audiencia provinciale ora riapre la vicenda. “Lascia aperta la porta a un possibile ricorso davanti al Tribunale costituzionale, che presenteremo”, ha fatto sapere lo studio legale Vosseler, che con l’avvocato Leire Lopez e i genitori della vittima, Pippo e Santina Biondo, ha indetto una conferenza stampa per giovedì 9 ottobre alle 12::00 al Collegio de Periodistas di Barcellona, per rendere noti tutti i dettagli della vicenda e la risoluzione giudiziaria. Con il ricorso alla Corte costituzionale, lo studio legale presenterà in parallelo una richiesta di responsabilità patrimoniale dell’Amministrazione di giustizia per la “evidente mala pratica nell’inchiesta, nell’autopsia e nella decisione finale di archiviare il caso”.
La posizione della Corte spagnola, insomma, si allea a quanto era emerso nelle risultanze del Tribunale di Palermo nel 2022. “Gli elementi che si traggono dal fascicolo del pubblico ministero ad avviso del giudice smentiscono la tesi suicidiaria e lasciano pensare che Mario Biondo fu ucciso da mani rimaste ignote e successivamente collocato in una posizione atta a simulare un suicidio….e per queste ragioni che ad avviso dello scrivente pur essendo rintracciabile dal fascicolo del pubblico ministero numerosi segmenti probatori che depongono per la tesi omicidiaria sostenuta dagli opponenti, la distanza di tempo dai fatti da cui si procede ha di fatto pregiudicato la possibilità di svolgere delle indagini che avrebbero potuto consentire di individuare gli autori dell’ipotizzato omicidio, per tale motivo ha disposto l’archiviazione del fascicolo”.
E’ uno stralcio della motivazione con cui, tre anni fa, il gip di Palermo Nicola Aiello ha archiviato l’inchiesta sulla morte di Mario Biondo. Per la magistratura palermitana, in sostanza, non ci sarebbe modo di trovare il colpevole ma non si è trattato di un suicidio. Biondo non si è impiccato e su questo la famiglia di Mario, i genitori, come pure il fratello e la sorella della vittima, non hanno mai avuto nessun dubbio e non hanno intenzione di mollare. La forza del dolore ma anche l’indignazione per i depistaggi della vicenda, hanno spinto i familiari della vittima ad una strenua battaglia che ha portato adesso ad un risultato di rilievo in Spagna. Le valutazioni dell’Audiencia provinciale di Madrid aprono uno squarcio nell’ottica di quella verità invano sollecitata – e giustamente pretesa – dai familiari del cameraman, che proseguono la loro incrollabile battaglia per capire chi e perché potrebbe aver ucciso Mario Biondo, strappandolo alla vita a soli 30 anni, nel pieno della sua giovinezza.


