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Cina ed Europa legate da un filo di seta

Legate da un filo di seta: Suzhou, nella Cina orientale, Lione, nel sud-est della Francia, sono due dei centri serici più rinomati al mondo. Appare interessante l’opportunità di esplorare e conoscere gli antichi legami che uniscono la Cina e l’Europa attraverso l’esperienza dei maestri tessitori che continuano a difendere la tradizione centenaria.

Per quasi cinquemila anni, la città di Suzhou è stata sinonimo dell’industria della seta in Cina. Conosciuta come la Venezia d’Oriente, i grandiosi canali e giardini ricordano la ricchezza accumulata dalla città grazie al suo commercio con il resto del mondo.

Uno dei mestieri più preziosi di Suzhou è il Kesi, un metodo unico di tessitura della seta che, con la sua distinta tecnica di ordito e trama, è stato apprezzato per millenni. Come dice un famoso proverbio cinese: “un pollice di Kesi, un pollice d’oro”.

Gli arazzi Kesi sono apprezzati per la loro maestria e raffinatezza. “Tecnicamente, la parte più difficile è l’uso dei colori nell’opera a mosaico. Se si guarda bene, ci sono molti colori combinati. E più tinte ci sono, più tempo ci vuole”, spiega il maestro di tessitura della seta Ma Huijuan Desi.

Una delle caratteristiche principali dell’arazzo Kesi prevede l’inserimento del filo e il taglio contemporaneamente. Per prima cosa si crea uno schema con i fili di seta naturale, poi si intrecciano fili colorati attraverso questa griglia prima di tagliare nei punti di intersezione lasciando dei segni a forma di stella. “Il Kesi ha infinite varietà”, ci racconta Ma Huijuan. “Il numero di filati e di colori da utilizzare dipende dalla creatività di ognuno”. La complessità di questo processo fa sì che le macchine non siano in grado di sostituire gli esperti di questo mestiere.

La tecnica Kesi sfida la nostra frenetica società moderna. Un singolo arazzo può richiedere anni. È un lavoro d’amore che raramente dà frutti in modo veloce. Serve pazienza, ma con il tempo si creano prodotti di valore, un’eredità da poter trasmettere. “Ci sono dei motivi per cui si procede lentamente”, spiega Ma Huijuan. “L’obiettivo è l’equilibrio. Ogni volta che assumo un apprendista, la prima cosa che chiedo è se ha una mente serena. Lo capisci dal loro modo di lavorare se mettono il cuore in quello che fanno”.

Fonte: Euronews Italia

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