HomePoliticaCcpm Taormina, VI Commissione chiede proroga di un anno

Ccpm Taormina, VI Commissione chiede proroga di un anno

TAORMINA – Resta ancora incerto il destino della Cardiochirurgia Pediatrica di Taormina. A conclusione dei lavori della Commissione Salute all’Ars dedicata ieri a questa vicenda, il presidente Giuseppe Laccoto ha chiesto all’assessore regionale Giovanna Volo, a nome dell’intera Commissione, di prorogare di un anno la convenzione che attualmente lega l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma alla Regione Siciliana per le attività del Centro Cardiologico Pediatrico Mediterraneo di Taormina e di assegnare le somme necessarie all’Asp di Messina.

“La Commissione nella sua interezza ha ribadito la necessità di proseguire la collaborazione con l’ospedale Bambino Gesù e ritengo che la richiesta di proroga della convenzione risponda al criterio del buon senso, visto che la rete sanitaria approvata nel 2019 ha previsto lo spostamento da Taormina a Palermo del centro di cardiologia pediatrica ma, in attesa di definire tempi di avvio delle attività mediche nella nuova struttura, è necessario dare un riferimento certo ai piccoli pazienti e alle loro famiglie. Già in questa settimana, in considerazione dell’imminente scadenza dei termini per il rinnovo della convenzione con il Bambino Gesù che dovrà comunque essere adeguatamente rimodulata, avremo la risposta da parte dell’Assessorato”.

Per fornire una prospettiva programmatica più ampia, la Commissione Salute in modo unanime ha poi chiesto all’Assessore Volo di avanzare al Ministero richiesta di deroga al DM 70/2015 che prevede l’istituzione di una cardiochirurgia pediatrica ogni 5 milioni di abitanti.

In considerazione delle caratteristiche geografiche della nostra Regione e della possibilità di attuare una convenzione specifica con la Regione Calabria, si potrebbe prefigurare la presenza di una cardiochirurgia pediatrica nella parte Occidentale e una nella parte Orientale della Sicilia. “L’obiettivo – commenta l’on. Laccoto – è quello di offrire un servizio sanitario di qualità di valenza interregionale che eviti lunghi viaggi della speranza e alleggerisca il peso dell’emigrazione sanitaria che, in un ambito delicato come quello pediatrico, ha un costo di circa 20 milioni l’anno”.

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