HomeEuronewsCaso Titan, come prevenire altre tragedie di sommergibili

Caso Titan, come prevenire altre tragedie di sommergibili

Secondo gli esperti, l’implosione del sommergibile turistico Titan rappresenta una sfida per la sicurezza di questo tipo di imbarcazioni in acque internazionali dove la regolamentazione è minima. In acque profonde i sommergibili non sono generalmente soggetti ad alcuna norma o regolamento.

“Non c’è nessuna regola che dica la stessa cosa riguardo alla profondità dell’oceano, perché una volta superate le 12 miglia, secondo la Convenzione delle Nazioni unite sul diritto del mare, si è praticamente in acque internazionali”, afferma Salvatore Mercogliano, professore associato di storia alla Campbell University. Il docente sottolinea che ciò che occorre fare è regolamentare il fenomeno.

“In acque internazionali, le navi sono normalmente regolamentate. Le navi devono entrare e uscire dai porti. Devono essere registrate presso i paesi e devono essere classificate. Ma un sommergibile lanciato dal retro di una nave no”. Aggiunge che “questa è la zona grigia, il tipo di ambiguità in cui operava OceanGate”.

Un’ambiguità per la quale, ad esempio, l’azienda non aveva registrato il proprio dispositivo. Ma, secondo il professor Thomas Schoenbaum, sarebbe “falso” che OceanGate non fosse obbligata a rispettare la legge statunitense: “Presumibilmente pensavano di non dover rispettare alcuna normativa perché stavano utilizzando il sommergibile in acque internazionali al di fuori della giurisdizione di qualsiasi Stato”.

Thomas Schoenbaum è professore alla University of Washington School of Law e spiega cosa dicono le leggi degli Stati uniti, dove ha sede OceanGate: “Nel diritto statunitense esiste un Passenger Vessel Safety Act del 1993 (Legge sulla sicurezza delle navi passeggeri), che prevede delle regole”. L’esperto di diritto marittimo sottolinea: “E la norma più importante è che il sommergibile deve essere certificato per la sicurezza prima dell’impresa commerciale”.

Cosa sarebbe successo se ci fosse stata una regolamentazione? “Innanzitutto, la macchina deve essere controllata. In altre parole, si sarebbero dovuti valutare i vari componenti. Inoltre, il veicolo non era registrato. Se ci fosse stata una normativa, la nave avrebbe dovuto rispettare una certificazione. Penso che se ci fossero state norme e società di certificazione ci sarebbe stata un’ispezione molto più approfondita di questo sommergibile”, dice Salvatore Mercogliano. In secondo luogo, se ci fossero state norme come quelle che regolano il turismo spaziale, ci sarebbe stata una valutazione dei componenti. Una delle cause da considerare in questo caso è la fatica dei materiali del sommergibile. Se ci fosse stato un regolamento, forse il sommergibile non sarebbe stato in grado di fare tutte le immersioni che ha fatto”.

Fonte: Euronews

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