HomeTurismo & LifestyleCaso Airbnb, "Fare" al contrattacco: "Non siamo evasori"

Caso Airbnb, “Fare” al contrattacco: “Non siamo evasori”

“Non siamo evasori e bisogna fare chiarezza sul maxi-sequestro ad Airbnb. Siamo qui a difendere nuovamente la categoria dei locatori da alcune affermazioni pubblicate negli ultimi giorni in merito al caso del maxi sequestro preventivo avvenuto nei confronti di AIRBNB per non aver trattenuto e versato la ritenuta del 21% allo Stato Italiano”. Così prende posizione “Fare”, la Federazione Associazioni Ricettività Extralberghiera sulla spinosa vicenda del maxi-sequestro a Airbnb da 779 milioni di euro su richiesta della procura di Milano che accusa la piattaforma per gli affitti brevi di avere sottotratto al fisco ingenti somme di denaro.

“Bisogna innanzitutto fare chiarezza – evidenzia “Fare” (di cui, tra l’altro, è socio l’apprezzato sodalizio taorminese dell’associazione Taoxenia, realtà di riferimento dell’extralberghiero nella capitale del turismo siciliano) – relativamente ad un aspetto sul quale, ancora oggi, molta stampa fa confusione – spiega Fare -: coloro che operano nel settore della ricettività extralberghiera, trattandosi di attività ricettive, non possono scegliere la formula della cedolare secca ma devono dichiarare i redditi derivanti dall’attività come redditi diversi e/o redditi d’impresa. Inoltre, la cedolare secca può essere utilizzata solo in caso di locazione di immobili tra privati e non è un obbligo ma un’alternativa che i locatori possono scegliere in luogo del regime Irpef ordinario per adempiere agli obblighi fiscali previsti nel nostro Paese quando si loca un immobile”.

“Nell’ormai lontano 2017, il DL 50 obbligava tutte le piattaforme online e gli intermediari di ogni genere ad operare come sostituto d’imposta trattenendo alla fonte una ritenuta del 21% a carico delle locazioni non imprenditoriali per poi versarla allo Stato. A distanza di 6 anni, nessuna piattaforma ha adempiuto a quanto previsto nel DL 50/2017. Dopo il sequestro preventivo avvenuto nei confronti di AIRBNB nei giorni scorsi non facciamo altro che leggere articoli su articoli in cui si dice che gli host (ma sarebbe più corretto dire locatori) non hanno pagato le tasse”.

“Che AIRBNB non abbia trattenuto e versato la ritenuta è una certezza; che i locatori non abbiano pagato le tasse è una falsità. Chi lo dice che non hanno pagato le tasse? Chi lo dice che invece la maggior parte non abbia pagato a suo tempo quanto dovuto? Bisogna attendere che la Guardia di Finanza faccia il proprio lavoro prima di poter affermare che tutti hanno evaso le tasse e fare di tutta un’erba un fascio. Siamo estremamente infastiditi di essere sempre ritenuti degli “evasori” perché non lo siamo o, quantomeno, non lo è la gran parte di noi che opera seguendo tutte le normative previste comprese quelle fiscali, e possiamo solo ritenerci soddisfatti se da queste situazioni vengano fuori i reali evasori che rovinano l’immagine e l’attività di un’intera categoria”.

“Le Associazioni da sempre hanno giocato, e giocano tutt’ora – conclude Fare -, un ruolo fondamentale nel portare avanti una corretta informazione di legalità verso i propri iscritti. E sono sempre di più gli host e i locatori che decidono di far parte di un’Associazione proprio perché cresce l’esigenza e la volontà di essere sempre informati, e di operare nel rispetto delle normative. Ben vengano le indagini per fare chiarezza su chi non ha rispettato le normative italiane, e soprattutto quanto avvenuto con AIRBNB sia solo il primo passo per un chiarimento anche con le altre piattaforme fino ad ora inadempienti”.

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