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Campi Flegrei, Tozzi choc: “Scoperti 29 vulcani nascosti, bisogna andare via”

La terra continua a tremare a Napoli, aumenta la paura che lo sciame sismico dei Campi Flegrei a suon di scosse ormai quotidiane sta generando tra le persone e arriva una importante analisi della situazione da parte dell’esperto Mario Tozzi. Lo stimato geologo, divulgatore scientifico e ricercatore del CNR, è stato intervistato da Simona Brandolini per il Corriere del Mezzogiorno e ha riferito della presenza di 29 vulcani nascosti in zona, che renderebbero del tutto imprevedibile la situazione ed indicherebbero, come soluzione auspicabile, quella per molta gente di abbandonare al più presto le proprie abitazioni.

«I Campi Flegrei – dichiara Tozzi alla collega Brandolini – sono il nostro supervulcano, quello davvero pericoloso, più del Vesuvio, quello suscettibile di attività devastanti. E ci vivono 500-600mila persone». Mario Tozzi, primo ricercatore del Cnr, il divulgatore per antonomasia, geologo che guida Sapiens su Rai3 (la prossima puntata sarà proprio sui Campi Flegrei, oggi è uscito un suo lungo articolo su La Stampa). Uno abituato a non edulcorare pillole indigeribili.

Cosa vuol dire supervulcano? Qual è la differenza con il Vesuvio? «È un pentolone sotterraneo pieno di magma ribollente, ed è in grado di sprigionare eruzioni esplosive, in linea teorica devastanti. Nello scenario più catastrofico al momento non ipotizzabile, pur essendo possibile, dovremo parlare di esodo non evacuazione. In ogni caso si tratta di 29 vulcani e centri eruttivi che sono stati tutti nascosti, da un ospedale, da un ippodromo, e poi da un quartiere e da una città di quasi 80.000 abitanti. Solo la Solfatara e gli Astroni appaiono ancora come vulcani. Degli altri ogni traccia è stata cancellata da case, asfalto e cemento. E così ogni memoria è stata cancellata. Nel 1538 nacque in pochissimi giorni un vulcano di tutto rispetto (il Monte Nuovo). Invece continuiamo a trattare i Campi Flegrei come un territorio qualsiasi. Piuttosto che persuadere la gente ad andar via, abbiamo invogliato a viverci, abbiamo continuato a costruire».

Come può evolvere la crisi bradisismica? «Non può sapere l’evoluzione, i terremoti continueranno. Da 4,4 potranno arrivare fino a magnitudo 5. E ricordo a tutti che l’ultimo sisma di Casamicciola è stato di 4,2, ha fatto due morti e distrutto in parte quel comune. Siamo di fronte a un’emergenza sismica e una vulcanica. Ma non sappiamo se è il magma che spinge».

«Terremoti, rigonfiamento della crosta terrestre, cambiamenti di composizione e di temperatura delle fumarole sono i parametri che l’Osservatorio Vesuviano-Ingv tiene sotto costante controllo: in base a quelli si stabilirà se si sta approssimando un’eruzione e, all’incirca, di che portata. La camera magmatica flegrea dovrebbe essere ubicata sotto la città di Pozzuoli, a circa 4.000-5.000 metri di profondità, almeno quella più superficiale».

Segnali che dovrebbero essere interpretati con 72 ore d’anticipo? «La domanda è un’altra: sapremmo utilizzare quel tempo? Stiamo facendo prevenzione? I piani di evacuazione sono aggiornati, ma le esercitazioni sono state fatte?».

La prossima esercitazione si terrà a fine maggio. «Uno dei punti fondamentali è questo. Il mezzo milione di cittadini a rischio sa cosa deve fare? Cioè bisogna convincere le persone a scappare lasciando tutto a casa, compresa la propria auto, a recarsi in un punto di raccolta e prendere un mezzo pubblico per andare chissà dove. I cittadini sono pronti a fare questo? Altrimenti ci troveremmo a sapere dell’eruzione con 72 ore di anticipo ma poi avere le strade intasate».

«Contro i terremoti costruire bene ti salva la vita – conclude Tozzi nella sua intervista al Corriere del Mezzogiorno -, ma contro le eruzioni esplosive a nulla serve e l’unica cosa da fare è andarsene. La prima pietra deve essere messa proprio dai cittadini. Le condizioni necessarie sono: cittadini non disposti a costruire ovunque, amministratori che facciano rispettare le regole, uno Stato che curi le regioni a rischio in maniera adeguata. Il rischio vulcanico nei Campi Flegrei non dipende solo dal supervulcano, dipende soprattutto da noi».

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