HomeAperturaBasta guerra: le buone intenzioni non bastano più

Basta guerra: le buone intenzioni non bastano più

Visita a Roma per il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Si è recato in Vaticano per incontrare Papa Francesco, con il quale si è intrattenuto per circa quaranta minuti. Francesco ha donato al presidente ucraino una piccola scultura che rappresenta un ramoscello d’ulivo, simbolo della pace. Il presidente ucraino, invece, ha donato al Papa un’icona della Madonna dipinta sui resti di un giubbotto antiproiettile.

Prima ancora il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è recato dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella ed in seguito è andato a Palazzo Chigi. Ha avuto un faccia a faccia di circa un’ora con il premier italiano, Giorgia Meloni.

Quindi una conferenza stampa congiunta nel corso della quale il Presidente del Consiglio ha confermato il sostegno militare all’Ucraina. Zelensky, a sua volta, ha ringraziato: “Giorgia, ti ringrazio per la possibilità di essere in questo bellissimo Stato con una grande storia, sono qui per stringerle la mano e ringraziare per aver dato rifugio ai cittadini ucraini, non lo dimenticherò mai”.

“Scommettiamo sulla vittoria dell’Ucraina”, ha dichiarato Meloni ed ha aggiunto: “Continueremo a fornire sostegno, anche militare, perché l’Ucraina possa arrivare ai negoziati con una posizione solida. Questo è importante perché alla pace non si può arrivare con nessuna posizione di resa”.

Tutte parole pienamente condivisibili, tutte dichiarazioni di intenti che sottoscriviamo anche noi, ma alla fine della fiera manca una cosa soltanto: ma l’idea per fermare la guerra qual’è? Quanti altri civili innocenti, ed anche militari, dovranno morire in questo conflitto che va avanti dal febbraio dello scorso anno? Per quanto altro tempo l’Ucraina, già martoriata, dovrà essere devastata dalle bombe?

Esiste oppure no uno straccio di strategia per fermare quest’invasione russa ed arrivare alla pace, o perlomeno intanto ad una tregua? E’ questa la cosa che conta, altrimenti la lunga sequenza di incontri, belle parole e cerimoniali, di questo passo, non servirà a nulla. Bisogna fermare una guerra che non può e non deve proseguire. Non servono strette di mano tra una sola parte ma un punto di incontro che metta fine alle ostilità e renda di nuovo libera l’Ucraina. Per arrivare alla pace serve coraggio, anche quello di sedersi con la Russia e far capire a Putin che la misura è colma e l’Ucraina non è casa sua.

Occorre un passo avanti determinato e concreto della comunità internazionale per arrivare ad una soluzione risolutiva che non può essere quella delle armi ad oltranza che faranno solo altri morti e non fermeranno l’ostinata e scellerata azione dei russi. La diplomazia, che sino ad oggi è stata un disastro totale, esiste ancora? Sherpa, se ci siete battete un colpo.

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