HomeAttualità e CronacaAsm, la "centrifuga" che farebbe fuggire anche Arnoldo

Asm, la “centrifuga” che farebbe fuggire anche Arnoldo

TAORMINA – Priolo lascia, Pappalardo arriva, poi sarà la volta di Spartà. In casa Asm è tempo di nuove turbolenze, c’è chi viene e chi se ne va e già ci si chiede chi sarà il prossimo agnello sacrificale. Il successore di Nunzio Priolo sarà Salvatore Spartà ma ormai la municipalizzata è diventata una centrifuga a gettito continuo che da un ventennio ha una capacità impressionante, per molti versi unica, di tritare e stritolare tutto e tutti, politici e funzionari senza distinzione. Per qualcuno scatta la cottura a fuoco lento, per altri arriva una tranvata subitanea, è solo una questione di tempo e nessuno può ritenersi al sicuro.

La barca naviga sempre acque agitate e lo dimostra la sequenza interminabile di attori che abbandonano o vengono disarcionati in corsa. E ovviamente non manca mai qualcuno che si dedica al compito di avvelenare i pozzi.

Forse per domare la tigre di contrada Lumbi rimane da provare solo un amministratore alla Arnold Schwarzenegger. All’Asm riuscirebbero a mandare a casa anche il Terminator e l’Eraser che si è dato sul serio alla politica sino a diventare governatore della California dal 2003 al 2011.

Certamente, al netto di ogni metafora, dovrebbe fare riflettere che dalle parti dell’azienda municipalizzata debba sempre accadere qualcosa e che non ci sia mai pace. Non è un fatto usuale e bisognerebbe comprendere e spiegare pubblicamente il perché un direttore generale in carica dal 1 febbraio se ne va dimettendosi il 25 maggio, stufandosi di un’azienda dopo neanche quattro mesi e rimanendo altri 30 giorni ma contandoli come fosse la vigilia della Liberazione, con una gran voglia di lasciarsi alle spalle questa esperienza tormentata e tornare in fretta al precedente impegno professionale. Mettiamola così: non c’era “la serenità giusta” per poter operare in azienda.

C’è chi dà la colpa alla politica, chi la dà ai lavoratori, e chi spara nel mucchio, fatto sta che la storia si ripete ed è più impietosa di qualsiasi interpretazione. Magari basterebbero poche cose semplici: considerare Asm un’azienda e non una succursale politica, valorizzarne le potenzialità e soprattutto fare chiarezza nella gestione di un organico aziendale dove i veleni sono ormai un fattore logorante e le tensioni mortificano l’impegno di quelli che vanno ogni giorni in azienda per lavorare e sono costretti ad assistere a tutte queste sceneggiate infinite. Ma questo cambio di passo avverrà mai? Probabilmente no. A molti Asm va benissimo così e continuerà ad andare in questo modo.

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