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Altra condanna per Harvey Weinstein: 16 anni di carcere dal tribunale di Los Angeles

Salvo nuovi colpi di scena giudiziari, Harvey Weinstein resterà per il resto della sua vita dietro le sbarre. Il produttore cinematografico, ex “Re di Hollywood”, è stato condannato da un tribunale di Los Angeles a 16 anni di reclusione per aver aggredito e stuprato una ex modella e attrice russa, che all’epoca viveva a Roma, ed era arrivata nella Mecca del cinema per un festival cinematografico nei giorni che precedono gli Oscar.

Oltre 100 donne sono uscite allo scoperto accusando di molestie e stupri l’ex produttore – che dal 2017 è diventato il simbolo della lotta contro le molestie sessuali endemiche nel mondo dello spettacolo, dando vita al movimento #MeToo – ma meno di una decina sono riuscite a farsi ascoltare dalla magistratura. Due di queste a New York: Weinstein, infatti, deve già scontare una condanna a 23 anni di carcere, dopo il primo processo che si è concluso a Manhattan nel 2020.

“È ansioso, deluso, ma ottimista sulle sue chance di ricorso”, aveva detto un portavoce dell’ex boss di Miramax prima dell’inizio dell’udienza al “Clara Shortridge Foltz Criminal Justice Center” di Los Angeles, dove il 19 dicembre Weinstein era stato riconosciuto colpevole da una giuria di nove uomini e tre donne che, all’unanimità, avevano creduto al racconto della ‘Jane Doe 1’.

La donna, che all’epoca aveva 34 anni, aveva accusato Weinstein di averla stuprata nella sua camera d’albergo, durante l’edizione 2013 del Festival Los Angeles-Italia. In dicembre i giurati avevano, invece, respinto le accuse di violenza sessuale da parte di una massaggiatrice, mentre per altre due donne (tra cui Jennifer Siebel, la moglie del Governatore della California, Gavin Newson) non erano riusciti a trovare un accordo.

Due mozioni procedurali erano in agenda prima della lettura della sentenza e la giudice Lisa Lench le ha respinte: la richiesta dell’avvocatessa Gloria Allred di far ascoltare in aula le altre tre accusatrici e quella degli avvocati dell’ex produttore, che avevano chiesto un nuovo processo asserendo che prove importanti sul caso della ‘Jane Doe n.1’ – messaggi su Facebook scambiati con un altro testimone, che ne avrebbero minato la credibilità – non erano state ammesse durante il primo procedimento.

La Procura di Los Angeles, in dicembre, aveva raccomandato per Weinstein una condanna minima di 24 anni, senza riduzioni di pena, da scontare una volta esaurita la prima condanna: l’ex produttore (71 anni a marzo e in condizioni non buone di salute) a quel punto sarebbe arrivato alla soglia dei 90. Restano, comunque, incertezze legali sul destino dell’ex tycoon, sia a New York che in California: la Corte Suprema dello Stato di New York ha accettato il ricorso in appello rispetto alla prima condanna, mentre i magistrati della California devono ancora pronunciarsi sulla possibilità di portare di nuovo Weinstein a giudizio per i capi di accusa su cui la giuria non è riuscita ad accordarsi.

Fonte: Euronews

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