HomeEuronewsAl voto, al voto: così fregheranno di nuovo gli italiani

Al voto, al voto: così fregheranno di nuovo gli italiani

Si vota nel 2023, forse già nel 2022, si voterà con il rosatellum, no, si voterà con il mattarellum, ma forse faranno il proporzionale. Ne stanno dicendo una al giorno sul quando e come si restituirà la parola agli italiani per farli votare (ogni tanto, una volta ogni cinque anni e dopo un paio di governi di palazzo accade anche questo…). Già si parla di un’altra legge elettorale ma in tutto questa una cosa appare chiara anche ad un bambino della prima elementare: nessuno avrà la maggioranza e nessuno avrà i numeri sufficienti per governare da solo in un quadro politico che ha un centrosinistra diviso, un centrodestra ridotto ai minimi termini e un centro che potrebbe diventare realtà con un’accozzaglia di poltronari pronti a unire le forze e posizionarsi a metà campo. Accadrà che chi vincerà le prossime elezioni, a meno di difficili cataclismi non ce la farà a conquistare un numero di parlamentari che possa bastare per fare un governo senza alleanze con gli avversari. Nel Pd ci sono le correnti, il Movimento Cinque Stelle si è liquefatto, la Lega è in caduta libera, Fratelli d’Italia avanzerà ma rischia l’isolamento, Forza Italia vive alla giornata, e nel mezzo c’è l’ammucchiata pronta a prendere forma tra i vari Renzi, Toti e forse pure Calenda con l’obiettivo di quel 10-11% che andrebbe a sbarrare la strada per il successo alle principali coalizioni e garantirebbe poltrone in più proprio ai centristi. La vera sfida sarà questa: c’è chi chi si candiderà con l’illusione di vincere e chi con l’obiettivo di non far vincere nessuno. A quel punto, il film che si riproporrà è facilmente presumibile con il rieletto Mattarella che prenderà atto di una situazione di ingovernabilità e sarà costretto ad andare nella direzione di un governo sul modello “fritto misto”. E magari tornerà di nuovo Draghi a Palazzo Chigi e rivedremo al governo (dietro le quinte) gente come Renzi che ha il 2% nel Paese e fa il bello e cattivo tempo in Parlamento. Alla faccia di milioni di italiani che ancora una volta andranno al voto, si daranno battaglia per sostenere Tizio piuttosto che Caio e alla fine rimarranno “cornuti e mazziati”.

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