TAORMINA – Carmelo Pintaudi, presidente dell’Associazione Imprenditori per Taormina, ai microfoni di TN24 evidenzia “la necessità di dotare Taormina di un piano commerciale”.
“E’ lo strumento che può consentire di fare un passo in avanti nell’offerta e ancora prima nella programmazione dell’offerta del territorio. Il lusso è un elemento di novità ma condividiamo l’idea che si debba tutelare l’identità che si sta perdendo”, avverte Pintaudi.
“Noi da 20 anni a questa parte – spiega Pintaudi a TN24 – abbiamo cercato di stimolare la destagionalizzazione e abbiamo detto che bisogna partire dal Palacongressi, che va messo a bando di gara. E’ quello il primo passo da compiere per una svolta. La città ha bisogno dell’indotto del Palacongressi, non degli utili di quella struttura. La vera chiave è lì. Si dice sempre che gli alberghi e i ristoranti chiudono in inverno ma gli imprenditori si adattano a quello che è il territorio. Se migliora la situazione i primi a restare aperti sono proprio gli imprenditori. La città ci ha dato tanto e noi siamo disponibili a dare qualcosa a Taormina ma è necessario che ci siano le prerogative e un terreno fertile sul quale piantare il seme di una prospettiva diversa”.
“La presenza dei brand a Taormina è un modo per riqualificare la città ed anche per elevarne il livello qualitativo ma questo avvento non può basta e certamente bisogna porsi il problema dell’identità che si va perdendo. E’ un fatto che va affrontato. C’è la problematica del caro-affitti ma lì si dovrebbe puntare su un piano commerciale. I proprietari affittano i loro immobili ai prezzi che fa il mercato. Magari individuare delle aree da destinare a determinate attività e ridurre gli spazi liberi potrebbe essere una soluzione. Il piano commerciale interviene su certe logiche e si potrebbe anche parlare dei suoli pubblici. Noi rappresentiamo almeno 150 attività e quindi almeno 800 unità lavorative e diventa un discorso “appetibile” anche dal punto di vista politico, ecco perché poi è un argomento che va preso con le molle e la politica è sensibile al tema e prima di affrontare l’argomento ci pensa due volte perché magari non è un modo per fare “politica”.
“Un problema sottovalutato è che non riusciamo spesso a reperire unità lavorative che non riusciamo ad avere, manca la forza lavoro. Il primo investimento da fare è sui collaboratori, che devono essere una risorsa e non un costo, dando quindi una maggiore qualità al nostro lavoro. Senza la collaborazione della gente è difficile andare avanti, Taormina ha bisogno di migliorare la qualità della propria offerta. Le grandi firme non bastano, tutto il resto deve adeguarsi, ovviamente senza perdere di vista l’identità che da 200 anni a questa parte ci ha consentito di arrivare su livelli importanti”.
“L’obiettivo a cui guardare è quello di una riqualificazione del territorio, in collaborazione con l’Amministrazione. Noi siamo pronti a fare la nostra parte, guardando al futuro. Non possiamo essere esclusi dalle iniziative per il domani di Taormina. Ed è essenziale che abbiano un ruolo i giovani”.
“Il 2025 seguirà il trend positivo iniziato a Taormina nel 2023, proseguendo quell’onda lunga ma attenzione a non cullarsi sugli allori. Non ci fermiamo all’euforia. Le onde iniziano ma poi alla fine tornano indietro e finiscono”.