Ore di grande apprensione per la popolazione della zona dei Campi Flegrei, in Campania, per via dello sciame sismico che prosegue ormai senza tregua e continua a rendere incerta la situazione per la gente.
“Quello che cʼera da fare in termini di prevenzione è stato disposto nel decreto legge dello scorso ottobre con 5 iniziative improntate alla prevenzione. Se quelle iniziative fossero state adottate anni fa, oggi ci troveremo in una situazione diversa”, ha detto il ministro per la Protezione Civile e le politiche del Mare Nello Musumeci. “Noi vogliamo che i cittadini abbiano piena consapevolezza dei rischi del proprio territorio” ha aggiunto il ministro. “L’unica cosa di cui non abbiamo bisogno in questo momento è il panico ma dobbiamo anche essere consapevoli che nel caso dei Campi Flegrei viviamo sopra un vulcano e la gente convive con questo rischio da secoli. L’aver risparmiato nel corso degli anni la corretta informazione e comunicazione ai cittadini ha determinato un acuirsi del disagio. Stiamo coinvolgendo anche le scuole diffondendo un fumetto dedicato ai bambini”.
Il governo valuta lo stato delle cose, di concerto con la Commissione Grandi Rischi, unitamente a tutti gli esperti, e tra le ipotesi che vengono studiate non si esclude, stavolta, l’evacuazione delle aree più a rischio. Occorre evitare, in premessa, qualsiasi forma di allarmismo ma anche essere preparati a tutti gli scenari possibili, coscienti della imprevedibilità che caratterizza il fenomeno sismico.
L’attenzione si concentra soprattutto sull’area di Pozzuoli, quella che il bradisismo sta mettendo più a rischio. Ma c’è preoccupazione anche nelle altre località e a Napoli.
Le zone rosse e gialle del piano di emergenza a suo tempo previsto dalla Protezione Civile abbracciano tanti comuni e tantissimi cittadini del napoletano. Tutti si augurano che questa evacuazione non debba mai avvenire e che rimanga soltanto una eventualità e nulla di più ma le valutazioni, come detto, sono in corso e anche la soluzione estrema, la più sofferta, viene presa in considerazione dagli addetti ai lavori.
Il piano di emergenza nazionale di Protezione Civile prevede un protocollo d’intesa sottoscritto dalla Regione Campania con le Regioni accoglienti. Il patto con i Comuni è stato siglato nel 2019. I gemellaggi tra i territori consentirebbero di spostare le persone nelle varie regioni italiane, da Nord a Sud e ognuna si farebbe carico di aree e quartieri già individuati.
La zona rossa, ricordiamo – come ben evidenziato da Fanpage -, è quella più a rischio di colate piroclastiche, ovvero flussi di materiale magmatico e gas ad altissime temperature. In quel perimetro demografico abitano oggi circa 500 mila persone e comprende le località di Giuliano, Quarto, Marano (in parte), Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida e le aree di Napoli Pianura, Bagnoli, Posillipo, Fuorigrotta, Chiaia, Soccavo, e in parte Vomero, Arenella, Chiaiano. La zona gialla, invece, è a rischio per la caduta di ceneri vulcaniche. Qui abitano 800 mila persone distribuite in 24 quartieri di Napoli e in comuni limitrofi come Villaricca, Marano di Napoli, Calvizzano, Mugnano di Napoli, Melito di Napoli, Casavatore.
I cittadini del Vomero verrebbero sfollati tra il Piemonte e la Valle d’Aosta. Quelli dell’Arenella in Veneto. Chiaiano e Scampia in Friuli Venezia Giulia. Soccavo in Emilia Romagna. Ai residenti di Chiaia-Posillipo toccherebbero invece le isole: Chiaia e una parte di San Ferdinando dovranno varcherebbero lo Stretto di Messina e andrebbero in Sicilia (in un quadro di accoglienza che interesserebbe anche Taormina e l’hinterland ionico, ndr). Posillipo, invece, in Sardegna. Per le periferie, invece, sono state scelte le regioni più vicine. Bagnoli è stata gemellata con la Basilicata e la Calabria. Fuorigrotta col Lazio, dove il Comune di Frosinone si è reso disponibile. Per gli abitanti di Pianura, invece, ci sarebbe la Puglia.
Al Sud, in particolare, le regioni stanno già esprimendo in questi giorni la propria vicinanza e solidarietà ai cittadini della zona dei Campi Flegrei e si preparano all’eventuale necessità di accogliere la gente napoletana. Tra località che sono pronte a fare la loro parte per aiutare gli sfollati, se dovesse essere necessario, c’è anche Taormina.
Il gemellaggio con il popolo napoletano è forte anche e soprattutto in Sicilia, con un profondo legame di amicizia tra due popoli legati in modo indissolubile dalla storia. Due terre di sole, bellezza e passione, che vivono in simbiosi entrambe all’ombra di due grandi vulcani, il Vesuvio e l’Etna, e che anche in questa circostanza sono pronte a ribadirsi reciprocamente quel sentimento eterno di fratellanza.