HomePoliticaAgenzia delle Entrate Trappitello, lite tra "finti tonti": ci rimettono i cittadini?

Agenzia delle Entrate Trappitello, lite tra “finti tonti”: ci rimettono i cittadini?

TAORMINA – Il Comune di Taormina ha deliberato, con apposito atto del Consiglio comunale del 9 dicembre scorso, un atto di indirizzo finalizzato all’adozione di provvedimenti di riesame sull’Ufficio periferico dell’Agenzia delle Entrate ubicato a Trappitello.

“C’è stato un incontro con i responsabili regionali dell’Agenzia delle Entrate – ha spiegato sul punto il sindaco Cateno De Luca – che ci hanno chiesto un investimento per adeguare gli uffici alle norme sulla sicurezza. I costi sono sostenuti da Taormina, rispetto ad una condivisione con gli altri comuni, con alcuni che strada facendo si sono sfilati e altri che hanno calato il “pacco” e non pagano la loro quota di compartecipazione. Mantenere questo tipo di convenzione non ha senso. Non è pensabile che Taormina debba rispondere da un lato all’Agenzia delle Entrate che ha la pretesa che si vadano ad adeguare gli uffici e dall’altra c’è l’esigenza del mantenimento di utenze e uffici. Quindi noi diciamo che non si può mantenere questa convenzione con gli altri comuni che non rispettano gli impegni, come se il tema non li riguarda. Così azzeriamo tutto e si valuterà la convenienza ad avere questo ufficio a Taormina, se ci saranno i presupposti cioè le suddivisioni pro-quota, rivedremo la situazione. Altrimenti non si comprende perché il cerino debba rimanere nelle mani di Taormina”.

In buona sostanza, il Comune di Taormina dice stop alla convenzione in atto con l’Agenzia delle Entrate e spiana la strada alla chiusura della sede di Trappitello perché non intende farsi carico delle spese per l’adeguamento dei locali in materia di sicurezza, mentre gli altri comuni dell’hinterland fanno orecchie da mercante sui loro oneri e non compartecipano ai costi in oggetto.

Fa bene il Comune di Taormina a voler dare una strigliata agli altri comuni. Eppure dal passare dalla parte della ragione a quella del torto a volte si fa presto. Andare alla prova muscolare a volta risolve tutto, in altre occasioni può diventare un boomerang. Non vorremmo che anche l’Amministrazione di Taormina, per eccesso di intransigenza, finisca tanto quanto gli altri dentro il gioco dello scaricabarile di una lite tra “finti tonti”. Anche perché una premessa dovrebbe essere chiara a tutti: ad oggi chi rischia di rimetterci è sempre il cittadino e non può essere la collettività a pagare in nessun caso il prezzo dell’incapacità dei vari amministratori di trovare una soluzione risolutiva.

A 10 anni di distanza dallo scippo del tribunale di Trappitello, chiuso nel 2013 e riportato all’interno della sede centrale a Messina, la storia si ripete e stavolta potrebbe essere tolto al territorio un altro servizio di indubbia utilità ed importanza per tanta gente, non solo di Taormina ma di tutto il comprensorio. Nessuno vuole immaginare l’idea di doversi recare a Messina a perdere un’ora soltanto per parcheggiare e mezza giornata complessiva per sbrigare incombenze oggi qui espletabili in pochi minuti a Trappitello. No, grazie.

I sindaci e gli amministratori degli altri comuni dovrebbero svegliarsi, smetterla di trincerarsi nell’eterno “non possiamo” e fare la loro parte, com’è giusto che sia. Sono tempi complicati per tutti, ci sono incombenze e i bilanci piangono ovunque (o quasi) ma non serve poi a nulla il pianto greco delle manifestazioni di protesta se poi all’atto pratico in cui bisogna contribuire ci si tira indietro. C’è carenza di risorse ma si riscontrano anche evidenti sprechi in tutti i comuni di questa zona e capita spesso di vedere delibere in cui si buttano via quelle 10,15 o 20 mila euro per “furbacchionate” di paese e cose evitabili.

Ecco perché quando si tratta di garantire un servizio ai cittadini non si piange miseria e non ci si può voltare dall’altra parte. Il discorso vale per i vari Comuni della zona ma, di riflesso, anche per Taormina. E’ legittimo non dover pagare da soli per coprire le quote degli altri, ma l’alternativa qual è? Chiudiamo l’ufficio di Trappitello e lo facciamo finire a Messina? Non è pensabile che sia Pantalone a pagare per tutti, non è immaginabile allo stesso modo che si applichi il metodo del “muoia Sansone con tutti i Filistei”.

La dialettica tra gli amministratori di questa zona sembra una continua corsa al “vai avanti tu che non ho il portafogli”. Manca sempre di un centesimo per fare un euro e sembra quasi un revival della commedia “Non guardarmi: non ti sento”. In quel caso il cieco si mette alla guida di una macchina e il sordo accanto gli urla: “Non guardare me, guarda la strada”. A quel punto il cieco risponde: “Ok, puoi stare tranquillo”.

Sicuramente bisogna capire e quantificare, intanto, di quali cifre si parla e a quanto dovrebbe ammontare l’impegno necessario a mettere a norma la sede dell’Agenzia delle Entrate di Trappitello. Dopo di che appare auspicabile che ciascuno si assuma le proprie responsabilità e che ci si venga incontro, rivedendo la convenzione e andando a distribuire in termini equi gli impegni, ma da buon padre di famiglia Taormina ha due strade davanti: o riesce a mettere tutti d’accordo e li fa versare di conseguenza, o mette in conto di dover fare uno sforzo in più per garantire la permanenza sul territorio del servizio. La chiusura sarebbe niente di più e niente di meno che uno schiaffo alla comunità. In fondo, il Comune di Taormina sul piano formale e contabile è ancora in dissesto e lo sarà anche nel 2024, ma qualche margine di manovra ora comincia ad esserci, le casse di Palazzo dei Giurati stanno tornando a riempirsi e che sia un buon momento lo si evince dallo schema 2024-26 (e dal borsino degli incarichi all’albo pretorio). Quindi un impegno ragionato, anche dilazionandolo su base pluriennale, lo si può pensare di assumere. Magari l’Agenzia delle Entrate potrebbe pure accettare una pianificazione delle opere che vada di pari passo con una temporalità tale da permettere la sostenibilità dell’iniziativa a Taormina e possibilmente agli altri comuni.

Trattandosi di un servizio che concerne un vasto comprensorio una soluzione sull’Agenzia delle Entrate la si può trovare. Il Comune di Taormina tira il freno e tuona che non vuole rimanere con il cerino in mano: i cittadini aspettano una svolta e intanto fanno sapere di non volersi ritrovare loro con il cetriolo in quel posto.

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