HomeEuronewsViaggio nel quartiere delle lobby Ue tra controllo e conflitto di interessi

Viaggio nel quartiere delle lobby Ue tra controllo e conflitto di interessi

Gli operatori pubblici e privati di porti, isole e comunità di pesca che aderiranno alla missione europea “Ripristinare i nostri oceani e le nostre acque” hanno la possibilità di ottenere assistenza tecnica per lo sviluppo dei loro progetti. Lo rende noto l’assessorato regionale delle Infrastrutture e della mobilità che anche quest’anno si fa promotore in Sicilia della missione dopo l’adesione a partire dal 2022.

Incontri faccia a faccia, pranzi, cene, drink e persino regali e viaggi di lusso con tutte le spese pagate. È così che alcune lobby cercano di sedurre gli eurodeputati a Bruxelles per indurli a votare la legislazione utile ai loro interessi.

Corporate Europe Observatory e LobbyControl hanno organizzato una visita guidata al quartiere europeo di Bruxelles, dove ha sede la grande lobby tecnologica, un crocevia in cui talvolta si verifica un conflitto di interessi. “Naturalmente ci sono gli incontri individuali, ma ci sono anche modi più diretti per fare pressione sugli eurodeputati e sui loro assistenti, semplicemente entrando nei loro uffici e parlando con loro. Abbiamo persino l’aneddoto di un europarlamentare che è stato inseguito in bagno da un lobbista dei combustibili fossili, il che ovviamente è un passo eccessivo. Si sta spingendo troppo oltre”, afferma Bram Vranken dell’European Business Observatory.

I lobbisti hanno spesso i loro uffici vicino al Parlamento europeo. Rue Montoyer è una vetrina per i lobbisti. Le grandi aziende tecnologiche sono qui per cercare di influenzare le politiche e le decisioni prese a Bruxelles.

“Tutte le grandi aziende tecnologiche hanno superato una capitalizzazione di mercato di mille miliardi di dollari. Quindi queste aziende sono enormi e influenzano tutto ciò che accade, perché gran parte della nostra vita avviene online e attraverso queste grandi piattaforme. E vediamo che, oltre al potere monopolistico economico, c’è anche il potere politico. Un potere che è aumentato enormemente.

Esiste un registro delle attività di lobbying in tutta l’Ue, che si chiama Registro della trasparenza ed è volontario. Secondo una recente relazione della Corte dei conti europea, presenta alcune lacune informative che rendono meno trasparenti le attività di questi lobbisti nei confronti delle grandi istituzioni dell’Ue. L’iniziativa Lobbyleaks cerca di smascherare i loschi traffici delle grandi lobby tecnologiche ed è sostenuta da un’alleanza trasversale di parlamentari europei.

“Vogliamo avere occhi e orecchie in Parlamento in modo che se qualcuno vede qualcosa di strano possa segnalarlo, perché è così che tutto inizia. Se si vede qualcosa di strano lo si segnala e i due cani da guardia delle lobby faranno un’indagine per trovare le prove di ciò che sta accadendo”, spiega Paul Tang, eurodeputato S&D dei Paesi Bassi.

Recentemente, il 27 febbraio, il Parlamento europeo ha deciso di bandire i rappresentanti di Amazon dai suoi edifici perché l’azienda si è rifiutata di presentarsi a diverse audizioni del Parlamento europeo. Questa mossa di controllo delle lobby è già avvenuta in passato, nel 2017, quando è stata bandita l’azienda Monsanto.

Fonte: Euronews Italia

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