HomeAperturaUcraina, esercito italiano: "Addestrarsi a combattere". Crisi volge al peggio?

Ucraina, esercito italiano: “Addestrarsi a combattere”. Crisi volge al peggio?

La guerra in Ucraina non trova uno sbocco di pace, Putin non prende in considerazione il cessate il fuoco e le truppe russe avanzano verso le capitale Kiev. Nella Capitale ucraina è scattato un coprifuoco di 35 ore a partire dalle 20 di oggi (le 19 in Italia), fino alle 7 del 17 marzo. L’appello di Volodymyr Zelensky non trova risposte per adesso: “Servono più armi”. E il presidente dell’Ucraina ha anche preso atto di una realtà che ben difficilmente vedrà l’ingresso del suo Paese nella Nato: “Non siamo ancora dentro, dobbiamo ammetterlo. Ci hanno detto che le porte erano aperte, ma abbiamo anche sentito che non possiamo entrarci”. Il presidente ucraino ha incontrato i leader di Polonia, Slovenia e Repubblica ceca a Kiev. Vladimir Putin non molla e dopo aver telefonicamente il presidente del Consiglio Ue Charles Michel ha lanciato nuove bordate: “L’Ucraina non è seria nel voler trovare una soluzione mutualmente accettabile”.

E mentre il conflitto ha ormai raggiunto il suo 20esimo giorno, arrivano segnali poco rassicuranti da una comunicazione ufficiale dell’Esercito Italiano.

“Valutare con attenzione i congedi anticipati, reparti in prontezza operativa «alimentati al 100%», addestramento «orientato al warfighting»,«provvedere affinché siano raggiunti e mantenuti i massimi livelli di efficienza di tutti i mezzi cingolati, gli elicotteri e i sistemi d’arma dell’artiglieria”. È quanto si legge in una circolare dello Stato maggiore dell’Esercito (datata 9 marzo 2022) con riferimento ai «noti eventi» e alle «evoluzioni sullo scacchiere internazionale». Le indicazioni operative devono essere attuate «con effetto immediato».

In particolare, per quanto riguarda le relazioni relative al personale, «tutte le unità in prontezza devono essere alimentate al 100% con personale (a includere quello medico sanitario) ready to move (letteralmente, “pronto all’impiego”, ndr), senza vincoli di impiego operativo (per esempio legge 104, articolo 42 bis del decreto legislativo 151/2001 eccetera) anche ricorrendo all’istituto del “comando”. Tale linea d’azione – viene sottolineato – rappresenta una priorità».

Ma c’è anche altro ancora. Con riferimento ai sistemi d’arma, occorre «provvedere affinché siano raggiunti e mantenuti i massimi livelli di efficienza di tutti i mezzi cingolati, gli elicotteri (con focus sulle piattaforme dotate di sistemi di autodifesa) e i sistemi d’arma dell’artiglieria».

Un passaggio ancora più importante del documento riguarda l’addestramento. In particolare, «tutte le attività addestrative, anche quelle dei minori livelli ordinativi, dovranno essere orientate al warfighting (“combattimento di guerra”, ndr)». «Ciascun reggimento di fanteria – si legge ancora nel documento – deve essere addestrato ad operare sia nel ruolo di supporto diretto sia in quello di supporto generale».

Lo Stato maggiore dell’Esercito minimizza e precisa che si tratta di un documento «ad esclusivo uso interno di carattere routinario, con cui il Vertice di Forza Armata adegua le priorità delle unità dell’Esercito, al fine di rispondere alle esigenze dettate dai mutamenti del contesto internazionale. Trattasi dunque di precisazioni alla luce di un cambiamento che è sotto gli occhi di tutti».

Ma il timore è che, in sostanza, l’esercito italiano si stia preparando al peggio e che la prospettiva di un’ulteriore escalation del conflitto è più di una semplice ipotesi.

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