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Ucraina, bambini e giovani a scuola con il trauma della guerra

Basta allontanarsi di poco da Kiev per vedere ancora chiaramente i pesanti effetti dei bombardamenti russi e dei combattimenti, nonostante siano passati due anni dall’inizio dell’invasione russa che per prima ha preso di mira la regione della capitale, tentando senza successo la presa della città. Attraversando le zone fino a pochi mesi fa battute dai carri armati russi, accanto alle infrastrutture appena ricostruite si vedono abitazioni andate distrutte e interi villaggi rasi al suolo.

Sono in molti, specie gli alunni delle scuole, ad affrontare quotidianamente una realtà ancora molto difficile e i rischi che comporta. Qui, come in gran parte del Paese, il suolo è infestato da mine, e agli studenti si insegna come riconoscerle e cosa fare in caso di pericolo. Molti giovani poi devono fare i conti con il trauma della guerra, di ciò che di più orribilehanno visto con i loro occhi. Vengono aiutati a scuola, anche grazie al lavoro di diverse associazioni, come la ong italiana “Vis”, che opera nel villaggio di Sukachi, a un’ora di macchina dal centro di Kiev.

Qui a scuola gli studenti non si limitano a frequentare le lezioni, ma vengono anche aiutati da un team di psicologi ad affrontare e superare i traumi causati dalla guerra, che possono intaccare le capacità di apprendimento in molti modi diversi. “Questi ragazzi hanno assistito alla distruzione delle loro case, hanno visto persone morire davanti ai loro occhi. Tutto questo ha avuto un impatto molto forte sul loro apprendimento. Il problema più grande è se viene pronunciata una parola che suscita in loro un particolare ricordo”, spiega a Euronews l’assistente sociale Anastasia Pantelei.

E continuare a insegnare a questi ragazzi, andare avanti con il programma scolastico come se niente fosse successo, non è facile. “Adesso facciamo più attenzione all’approccio individuale. Questo perchè questi ragazzi, così come gli adulti, mostrano una varietà di emozioni dalla depressione al non voler fare certe cose. La sfida più grande è garantire un ambiente sano e sicuro dove poter imparare”, dice Svitlana Vasulivna, professoressa di Storia. Nelle aree del Paese che non sono più prese di mira dai bombardamenti russi, abituarsi a una nuova normalità è difficile se non impossibile. Ogni aspetto del vivere ricorda che comunque la guerra non è ancora finita.

Fonte: Euronews Italia

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