La Procura della corte d’appello di Genova ha fatto ricorso in Cassazione contro la sentenza che ha assolto Simone Scalamandrè, 22enne accusato, insieme al fratello 30enne Alessio – che invece era stato condannato a 21 anni -, di avere ucciso il padre violento Pasquale nell’agosto 2020.
Per il sostituto pg Cristina Camaiori le motivazioni dei giudici di secondo grado sarebbero state stringate e in parte contraddittorie. Simone era stato condannato in primo grado ma in secondo grado la sentenza era stata ribaltata. Per il pg i giudici di appello hanno dedicato solo tre pagine per spiegare perché il ragazzo più giovane avrebbe colpito il padre solo lievemente e a mani nude senza contribuire attivamente all’omicidio.
In Cassazione hanno fatto ricorso anche Luca Rinaldi e Andrea Guido, i legali di Alessio Scalamandrè: secondo loro la sentenza è da annullare perché non è stata fatta una perizia psichiatrica e per non avere considerato la legittima difesa o, in subordine, la preterintenzionalità. Quel giorno Pasquale era andato a casa della ex moglie, che si trovava in una struttura protetta in Sardegna, e dai figli per chiedere di ritirare la querela contro di lui per i maltrattamenti. Ne era nata una discussione che era culminata con l’omicidio.