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Turismo, Bocca: “5 catene top del mondo in Italia”. Una è già a Taormina

E’ tempo di bilanci al tramonto di un 2023 altamente positivo per il turismo in Italia e nelle mete di riferimento per il turismo, tra le quali anche Taormina, ma è già tempo anche di prime indicazioni su quelle che potrebbe essere le prospettive per il nuovo anno alle porte, tracciando gli elementi che potrebbe risultare trainanti per l’industria dell’accoglienza.

“L’Italia è il Paese in Europa con la minore incidenza di catene alberghiere, ma noi non le abbiamo mai respinte ai confini con i forconi”, ha detto il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, al Forum internazionale del turismo, a Baveno. “Probabilmente queste catene non trovavano l’Italia attrattiva, non tanto dal punto di vista delle bellezze, ma perché il problema è che, per fare gli imprenditori in Italia, bisogna essere degli eroi. Quando gli stranieri entrano nel nostro Paese trovano problematiche che all’estero sono un po’ più semplici”. Bocca ha richiamato l’attenzione sul ruolo importante dei colossi dell’ospitalità, i grandi gruppi stranieri che stanno impattando in termini significativi nelle principali destinazioni turistiche, ed in questo quadro sono già diventati protagonisti anche a Taormina.

In merito a nuovi investimenti sull’Italia di grandi catene internazionali, Bocca ha detto che nei prossimi due anni arriveranno, ad esempio, a Roma le prime 4-5 catene più grandi al mondo: “Four Seasons (che in Sicilia, a Taormina, gestisce l’Hotel San Domenico) aprirà due hotel, arriveranno Mandarin, Rosewood, Nobu, Six Senses. Possiamo dire che entreranno circa 1500 camere extralusso. Credo sia un vantaggio per tutti, perché, alzando il livello dell’offerta e della qualità, gli altri alberghi non devono vederli come mostri ma come un traino”.

Infine, secondo il presidente di Federalberghi, non basta un bell’albergo per attrarre i viaggiatori altospendenti: “Il turismo non è soltanto alberghi, ma anche i servizi che si trovano al di fuori. Abbiamo molto lavoro da fare sul primo impatto che determina il giudizio sulla vacanza. Un nostro problema, ad esempio, sono le file chilometriche ai taxi. Noi, oltre a far arrivare il turista in Italia, dobbiamo essere capaci di farlo tornare”.

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