HomeAttualità e CronacaTribunale Diritti Malato: "Difendere l'ospedale di Taormina"

Tribunale Diritti Malato: “Difendere l’ospedale di Taormina”

TAORMINA – La responsabile di Taormina e del distretto ionico-Alcantara di CittadinanzAttiva-Tribunale dei Diritti del Malato, Agata Polonia, interviene sulla situazione dell’ospedale San Vincenzo e chiede alla politica del territorio di “assumere iniziative tempestive ed efficaci a difesa del presidio ospedaliero di Taormina”.

“Da tempo – spiega la dott.ssa Polonia – CittadinanzAttiva Tribunale dei Diritti del Malato evidenzia la necessità di una riflessione immediata su questo stato di cose ma soprattutto una presa di posizione degli amministratori di questo territorio a difesa di un ospedale che e’ patrimonio di tutti. Apprendiamo che il sindaco di Taormina intende convocare il comitato dei sindaci del distretto sanitario e questa iniziativa appare certamente condivisibile ed accoglie quanto da noi richiesto per affrontare l’emergenza. Non e’ accettabile che alcuni reparti siamo stati negli anni depotenziati sino a rischiare la chiusura. Mancano medici ed infermieri e i pazienti in alcuni casi richiedono la prenotazione di una visita che avviene soltanto un paio di mesi dopo, a volte anche ad un anno di distanza. C’è poi il problema delle lunghe attese quotidiane al Pronto Soccorso, dove si trascorrono in media almeno 5 o 6 ore”.

“Per troppo tempo i problemi del San Vincenzo – continua Polonia – sono stati sottovalutati o si e’ pensato che una soluzione tampone sarebbe bastata a risolvere le criticità, che invece si sono acuite ed aggravate sino ad avere oggi diversi reparti in grande sofferenza. Unità operative come la Cardiologia, l’Urologia, la Medicina Generale, l’Ortopedia, il Pronto Soccorso, necessitano di soluzioni strutturali in grado di potenziare al più presto gli organici. Inoltre, a queste difficoltà si aggiunge anche il fatto che i professionisti che potrebbero essere interessati a venire a lavorare a Taormina, alla luce di questo stato delle cose, sempre più spesso poi optano per altre aziende ed altre sedi ospedaliere e ciò complica ulteriormente la situazione”.

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