HomeHome"Trappola" ai piedi dell'Etna: perché De Luca ha scelto Taormina e non...

“Trappola” ai piedi dell’Etna: perché De Luca ha scelto Taormina e non Catania

TAORMINA – Cateno De Luca si candida a Taormina, anzi no a Catania, anzi sì a Taormina. Ma insomma dove si candiderà? Stavolta, a differenza di quanto accadde nel 2018 quando il bivio tra Messina e Taormina si risolse in favore della Città dello Stretto, il sindaco di Sicilia ha scelto in fretta la via della località turistica ionica, accantonando la grande tentazione di andare all’assalto della fascia tricolore a Catania.

Sul momento ci ha pensato eccome De Luca di dichiarare lo scontro totale a Catania, a modo suo e scatenando un’altra guerra ma alla fine l’istinto si piega alla ragione ed è prevalsa una lucida comparazione delle rispettive realtà. A Taormina potrà andare bene oppure no, anche se al momento De Luca sembra in controllo rispetto al caos dei suoi potenziali avversari, ma è comunque una storia che inizierà e finirà lì. A Catania invece De Luca avrebbe tutto da perdere perché troverebbe confraternite, consorterie che non ammettono variazioni sul tema: macchine da guerra pronte a riaccendere motori già oleati per le Regionali. E non farcela a Catania significherebbe, in buona sostanza, per l’ex sindaco di Messina dover poi mettere da parte le ambizioni di ritentare la corsa alla presidenza della Regione.

A Taormina De Luca sa di avere la partita in mano, un’autostrada spianata dalla pochezza dei suoi avversari. Sul fronte Catania De Luca si giocherebbe le sue chance ma rischiando di impantanarsi nella trappola di un Vietnam politico, una competizione ad altissimo coefficiente di difficoltà con tanta gente che sarebbe anche disposta a votarlo e rompere gli schemi ma a volte anche il consenso popolare non basta e le Regionali lo hanno dimostrato.

A Catania, luogo meraviglioso ma terra di equilibri consolidati, si scatenerebbero fattori dominanti che chiamerebbero all’adunata generale i primi attori del capoluogo etneo, quei poteri forti che metterebbero in campo “l’artiglieria” pesante per calare la saracinesca. I santuari di Catania non consentirebbero, insomma, a De Luca e a nessun altro di prendersi la città e avrebbero significative opportunità di riuscire a neutralizzare e disinnescare la minaccia di qualcuno e qualcosa che possa far saltare il banco. Il sindaco di Sicilia può permettersi un altro k.o. dopo quello delle Regionali? No. E allora la resa dei conti tra lo scatenato di Fiumedinisi e i podestà di Catania arriverà più avanti.

ARTICOLI CORRELATI

POTREBBE INTERESSARTI

SEGUICI SUI NOSTRI SOCIAL

35,880FansMi piace
14,200FollowerSegui
My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.