HomeParlamentoTelesalvini: qui Ponte, a voi studio

Telesalvini: qui Ponte, a voi studio

Matteo Salvini torna al governo, da ministro, e non perde tempo. Ricominciano le dirette, i selfie istituzionali e le immagini da libro cuore che lo mostrano in ufficio, con il primo giorno di lavoro al Ministero di una vita in cui in realtà non ricordiamo dove abbia lavorato e fatto cosa a parte il parlamentare. Ma, al netto di ogni pungente ironia, c’è che il leader della Lega ha una gran fretta di prendersi la scena perché le elezioni lo hanno catapultato nello strapiombo dell’8%. Sotto c’è il precipizio finale di chi, come Zaia in primis, non aspetta altro per defenestrarlo dalla segreteria del Carroccio. Salvini ha bisogno di risalire nei sondaggi, è come trovarsi in un deserto e dover trovare maledettamente una fonte d’acqua per ristorarsi. Da qui alla prossima tornata elettorale nazionale con le Regionali del 2023 sarà un crescendo rossiniano di “salvinate mediatiche”, che Giorgia Meloni proverà a sopportare, ben sapendo che dall’altra parte c’è pure l’altra spina nel fianco della maggioranza, quel Silvio Berlusconi che al suo primo discorso al ritorno al Senato ha ricordato tutta la sua storia politica giusto per lucidare i galloni di fondatore della coalizione di centrodestra.

Intanto Salvini parte forte e lo fa puntando, nella sua prima puntata, sul Ponte sullo Stretto, opera strategica che in un Paese ragionevole si sarebbe dovuta fare già da 50 anni almeno, senza se e senza ma. Una infrastruttura che oggi non esiste e che, tuttavia, sin qui ci è costata una barca di soldi perché il general contractor che avrebbe dovuto realizzarla, nel momento in cui l’iter è stato bloccato dall’ottusa politica italiana, si è mosso per far valere le penali contenute nelle clausule nel contratto d’appalto con il quale era stata aggiudicata la gara per la costruzione.

Il Ponte che doveva rappresentare il simbolo di una svolta per colmare il gap Nord-Sud, è diventato quasi una barzelletta, lo specchio dell’Italia masochista che rifugiandosi nel “prima sistemiamo le strade e le ferrovie” (pensiero giusto ma che non può rappresentare il vessillo del “No Ponte”) preferisce restare arretrata e inneggiare ad una lunga serie di supercazzole che tengono separata la Sicilia dal resto del Paese.

“Nei prossimi mesi dopo 50 anni sul Ponte sullo Stretto di Messina ci sarà una parola certa. La politica si deve prendere la responsabilità di scegliere e poi starà ai tecnici e agli ingegneri stabilire come”, ha detto nella sua nuova veste da Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Matteo Salvini, intervenendo in collegamento al Congresso nazionale dell’Ordine degli ingegneri d’Italia a proposito degli eventuali progetti per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. “Ho già fatto una prima riunione operativa informale con una decina di ingegneri ed esperti e c’è già un’ipotesi sui costi e sulla tempistica”, ha aggiunto il ministro. Ben venga il Ponte e speriamo che i nipoti dei nostri nipoti possano vederlo finalmente realizzato tra qualche decennio, anche se in verità abbiamo smesso da un pò di crederci perché l’Italia è la terra dei chiacchieroni e dei bastian contrario. E poi il tempo delle favole e delle minchiate di Salvini è già passato da un pò.

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