HomeTurismo & LifestyleTaormina nuovo "El Dorado" dei pensionati? E' ufficiale, ora si può

Taormina nuovo “El Dorado” dei pensionati? E’ ufficiale, ora si può

Il governo Meloni vara l’autonomia fiscale per la Sicilia. Detta così, la notizia potrebbe passare inosservata ed in molti potrebbero insomma dire “vabbè, chi se ne frega”. E invece il comunicato di Palazzo Chigi è uno di quelli che segna una possibile svolta storica, da qui ai prossimi anni, nelle dinamiche economiche ma soprattutto di sviluppo della Sicilia, con riverberi strategici fortemente impattanti sul turismo. Forse i risvolti non saranno immediati ma nel lungo termine qualcosa ora potrebbe cambiare in termini significativi.

“Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni e del Ministro per gli affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli, ha approvato un decreto legislativo che introduce modifiche all’articolo 6 del decreto del Presidente della Repubblica 26 luglio 1965, n. 1074, recante norme di attuazione dello Statuto della Regione Siciliana in materia finanziaria. Il testo dà attuazione all’Accordo del 16 dicembre 2021 tra il Governo e la Regione Siciliana in materia di finanza pubblica, con il quale Stato e Regione si impegnavano a introdurre norme di attuazione statutaria al fine di favorire l’insediamento di imprese e cittadini europei ed extra-europei nel territorio regionale. Le norme approvate consentono alla Regione di intervenire sulle aliquote dei tributi erariali entro i valori consentiti dalla normativa statale e di prevedere esenzioni, detrazioni e deduzioni in relazione a interventi diretti a promuovere lo sviluppo economico, la coesione e la solidarietà sociale. Inoltre, viene consentito alla stessa di attribuire incentivi e contributi, previa stipulazione di una convenzione con l’Agenzia delle Entrate, purché nel rispetto delle norme dell’Unione europea sugli aiuti di Stato”.

Di fatto, il riconoscimento della fiscalità di sviluppo, che è passato da quello intanto dell’insularità, pone la Sicilia sullo stesso piano di aree, per intendersi, come il Portogallo o le Canarie, le Baleari e le Azzorre. La Sicilia si pone da questo punto di vista adesso nelle medesime condizioni.

I vantaggi all’orizzonte sono tanti e non marginali. Nel caso di località fortemente attrattive come Taormina potrebbe prendere quota un segmento che ha fatto le fortune di quei territori dove l’autonomia fiscale già esiste da tempo. E per intendersi si parla di pensionati alto-spendenti o comunque benestanti che decidono di lasciare il proprio Paese per trasferirsi altrove e vivere in quei posti capaci di contemperare due caratteristiche essenziali: la bellezza del luoghi e una fiscalità agevolata.

“La norma – non a caso ha già detto il presidente della Regione, Renato Schifani – prevede anche agevolazioni fiscali per i pensionati non residenti che acquistano casa in Sicilia e vi trasferiscono la residenza, sulla scia del modello Portogallo. Ma potremo intervenire anche a sostegno delle fasce deboli e delle nuove imprese siciliane”.

Si parla, insomma, di una lunga serie di vantaggi come esenzioni, detrazioni e deduzioni fiscali per promuovere sviluppo economico, coesione e solidarietà sociale, oltre a incentivi e contributi utilizzabili anche in compensazione, attraverso convenzioni con l’Agenzia delle Entrate, senza contare i benefici che si prospettano per le start-up e le imprese giovanili.

A voler essere maliziosi, a Taormina forse rimane un unico ostacolo prettamente territoriale e neanche da poco che potrebbe complicare la strada di questa nuova prospettiva ed è la stagione politica della giostra: il governo romano ha sbloccato l’autonomia della fiscalità ma poi chi arriverà qui rischia di trovare le “sorprese” della gestione dei tributi comunali. Non è un mistero che a Taormina si sia passati da 15-20 anni di vergognoso scialacquamento totale e mancata riscossione ad una stagione amministrativa, quella attuale, di recupero forsennato, in cui ci si sta spingendo oltre quel volume economico pregresso. Se prima pagavano solo i fessi, ora l’idea è quella di far pagare a tutti anche l’aria che si respira, in nome dei “servizi urbani”. Da un eccesso all’altro, anche se poi in questa vita niente è eterno e tutto ha sempre un un inizio e una fine. Anche le stagioni della giostra. Ma questa è un’altra storia.

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