Taormina, il lusso avanza, gli affitti s’impennano: “tsunami” d’inverno. Chi resiste e chi molla

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TAORMINA – Si avvia alla fase conclusiva la stagione turistica 2025 e a Taormina, con l’incombere del periodo invernale, è già iniziato il solito risiko del commercio e dell’imprenditoria a Taormina. C’è chi arriva e c’è chi va, c’è chi resta e chi molla. Il mercato da sempre detta le regole del gioco e, tuttavia, se in passato poi si trovava spesso una linea di galleggiamento, stavolta il momento della città prende le sembianze di un arbitro pressoché ineludibile dei destini di non poche attività.

Nel “salotto” della Perla dello Ionio il lusso è diventato “padrone” dell’economia e ha preso il sopravvento. L’avanzata a passo spedito delle grandi firme ingolosisce i proprietari degli immobili e li spinge a rivedere le loro valutazioni rispetto ai canoni di locazione da imporre. D’altronde ne hanno piena facoltà e possono chiedere ciò che vogliono.

In buona sostanza, nei casi di immobili dove i contratti sono già in essere, e chi arriva lo fa da “subentrante”, si va avanti ancora a quei parametri precedenti sino alla scadenza del contratto stesso: poi però inizia un’altra storia.

Al momento del rinnovo, le cifre precedenti, stabilite qualche anno fa, vengono considerate ormai fuori mercato, e scatta l’aumento. Ma se in passato si trattava di un “ritocco” più o meno ammortizzabile e sostenibile, stavolta si può anche arrivare (almeno) ad un raddoppio o pure al triplo del canone scaduto. Perché, come detto, i numeri li fa il mercato, e qui la finestra temporale di cinque-sei anni fa è già lontana, e se il riferimento sono i 10-12 anni fa, appartengono ad un’altra era geologica.

Un tempo le cifre più esose, ma poco consuete, che si richiedevano a Taormina si contestualizzavano tra le 6 e le 10 mila euro, e nella media si rimaneva sotto a quei parametri, oggi invece si va decisamente oltre. La doppia cifra di questi tempi sembra quasi il minimo sindacale. E addirittura si è registrato qualche caso eclatante dove si è arrivati a valutazioni annuali ancora più clamorose, che iniziano con il “7” davanti.

Alle porte d’inverno sembra affacciarsi, insomma, uno “tsunami”. Non sarà, in fondo, il primo in assoluto e neanche l’ultimo. Di sicuro potrebbe essere uno di quelli più significativi degli ultimi anni. L’impennata sta tracciando la rotta verso una prospettiva sempre più selettiva dell’economia a Taormina, dove il tessuto commerciale tradizionale saluta e chi ha capitali importanti andrà avanti. I top brand saranno l’elemento caratterizzante, hanno bilanci globali che vanno ben oltre le piccole dinamiche taorminesi e non si impressionano di fronte alle pretese di un mercato che galoppa verso l’alto, s’impenna e s’ammanta di “follia”. I ricchi non soffrono di vertigini, i comuni mortali arrancano, non hanno le chiavi del “pozzo di San Patrizio” e faranno una gran fatica. Alcuni si preparano ad alzare bandiera bianca e saranno costretti a mollare, già da qui a breve. Alla sciabolata finale ci penseranno le tasse e i tributi locali.