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Taormina cambia la vita a Sabrina Impacciatore: “Ora sono una star negli Usa”

TAORMINA – A volte basta un momento, una circostanza speciale per cambiare la vita delle persone. Ma anche un luogo particolare, unico, magico come Taormina. E lo sa bene l’attrice Sabrina Impacciatore. La sua interpretazione nella seconda stagione della serie “The White Lotus”, in Italia su Sky e in streaming su Now, sta spopolando. La serie girata a Taormina, accompagnata dalla bellezza della location e dal fascino eccezionale dei panorami e degli scorci, ha esaltato il suo talento e ora le sta cambiando la vita.

“The White Lotus” ha ribaltato il destino dell’attrice romana che a 54 anni è passata dalla dimensione di una buona carriera nel proprio Paese alla nuova, improvvisa, prospettiva che la vede nel ruolo di una star agli occhi del pubblico americano.

Su TikTok Sabrina Impacciatore ha superato i 5,5 milioni di visualizzazioni, TvLine l’ha eletta «performer of the week». La sua è una scalata al successo tanto inattesa quanto clamorosa e inarrestabile, che ha sorpreso la diretta interessata e sta appassionando il pubblico italiano. E dall’altra parte dell’Oceano già si parla per lei di nuovi ruoli ad Hollywood, di prestigio e da protagonista.

Impacciatore è un caso praticamente senza precedenti perché a nessuno/a o quasi era capitato di svoltare all’età di 50 anni e lei quell’età l’ha anche superata. Ma soprattutto la sua storia è la dimostrazione perfetta della differenza che c’è tra l’Italia e gli Stati Uniti nell’approccio ai personaggi e nella capacità di valorizzarli, sino anche ad esaltarli, premiandone l’impegno, il talento e la dedizione nel mestiere. Senza alcun pregiudizio.

«Su questo l’Italia potrebbe migliorare. Io ho fatto un solo progetto in America: The White Lotus. Uno solo! Eppure la mia interpretazione non è sfuggita a nessuno: bam, di colpo sono esplosa! E dire che io sono un’attrice di lungo corso che non recita ma vive sempre i personaggi che interpreta: queste cose le ho fatte anche in altri film italiani. Dal 2000! A questo punto uno delle domande se le fa», racconta a “La Stampa” l’attrice.

Questi i passaggi interessanti dell’intervista concessa da Sabrina Impacciatore a “La Stampa”.

E la Impacciatore si è data anche delle risposte.

«Non molto simpatiche… Diciamo che quando una persona ha un pregiudizio non è in grado di vedere. Lo scollamento però è solo a livello industriale: la gente in Italia mi amava anche prima, fin dai tempi della tv mi fermavano per strada complimentandosi».

Che tipo di pregiudizio pensa di aver scontato? La Impacciatore risponde:

«Mi sa tutti: la provenienza televisiva, la mia bellezza meno canonica… Ora però, di colpo, sono diventata brava e bella, per il mondo intero. Ma anche qui: la bellezza per un’attrice che cos’è? È la sua anima, non l’aspetto da modella».

Il personaggio che interpreta nella serie, Valentina, ha un conflitto con se stessa per via della sua sessualità. La Impacciatore dice di averla scelta con consapevolezza.

«Quando ho letto che viveva un conflitto con se stessa, per via della sua sessualità, mi sono sentita investita di una responsabilità più grande, perché in Italia essere gay è ancora un problema, per tantissime persone. Gli omosessuali vengono insultati e picchiati per strada. Da qui, la mia scelta di dare una chiave emotiva al personaggio, che sulla carta era invece molto più freddo: ho proposto l’idea al regista Mike White durante l’audizione e lui ne è rimasto entusiasta. Ci tenevo infatti tantissimo che Valentina fosse compresa e mostrasse che l’amore è amore. Punto».

È orgogliosa di essere diventata un’icona queer?

«Molto. Io non ho figli: questo è il mio modo di figliare, di sentirmi utile e di dare un senso amorevole alla mia vita».

Alla Impacciatore viene chiesto se a questo punto si trasferirà in America.

«Amo l’Italia che resta la mia terra, ma ora che ho assaggiato Hollywood e mi sono affacciata sul mondo, sarebbe un po’ complicato pensare a progetti solo nazionali. Inoltre lì, in America, sono felice. C’è un’atmosfera frizzante di possibilità che qui in Italia manca: da noi si respira un’aria di rassegnazione, là invece di sogno. Quando dico “mi piacerebbe fare quest’idea”, qui mi guardano come se fossi pazza, oltreoceano si entusiasmano».

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