TAORMINA – Al tramonto dell’agosto che lo ha visto riprendersi la scena a Taormina, Cateno De Luca guarda già alla ripresa dell’attività parlamentare in terra palermitana ma nel frattempo studia anche i suoi possibili eredi per la sindacatura, proprio nella Perla dello Ionio.
L’attenzione del primo cittadino, a quanto risulta, si concentrerebbe sin qui, a quanto pare, su una lista di 5 o 6 nomi sotto esame, oggetto di valutazioni tra i pro e i contro che avrebbe una loro candidatura. Al momento De Luca non ha ancora scelto chi sarà il suo candidato alle prossime elezioni. Non ha fretta e si guarda attorno per capire chi potrà emergere o magari, più semplicemente, chi sarà il nome più affidabile da portare avanti. I prossimi mesi cominceranno ad essere indicativi nella valutazione del “cavallo” politico da lanciare e da far correre nel contesto di un percorso che replicherà insomma quanto accaduto a Santa Teresa di Riva e Messina, dove il parlamentare dopo il suo primo mandato ha poi lasciato spazio per la corsa alla fascia tricolore ad una persona di fiducia, da lui indicata. “Cinque anni, non un giorno in più” era e resta il motto di De Luca, che in realtà nel caso di Taormina saranno anche meno di 5 anni perché nella più lunga delle ipotesi, nel 2027 si voterà per le Regionali e non è un mistero che l’attuale sindaco di Taormina voglia candidarsi alla presidenza della Regione, dedicandosi quindi con largo anticipo (per sua stessa ammissione) alla campagna elettorale e alla lunga preparazione di quella che dovrebbe essere il suo terzo assalto alla prima poltrona di Palazzo d’Orleans dopo quelli del 2012 e del 2022. Attenzione anche alle sorprese sul fronte Taormina, perché i bene informati ipotizzano che potrebbe venire fuori il “Basile di turno”, come accadde a Messina quando la candidatura a sindaco era ormai destinata a Carlotta Previti e poi in extremis De Luca decise di ribaltare tutto e cambiare il nome su cui puntare.
Dall’altra parte sin qui c’è il “Sahara”. Si scrive opposizione, si legge opposizioni e già in premessa c’è poco da aggiungere ad uno scenario piatto che sinora lascia un’autostrada e praterie da percorrere ad un’Amministrazione che non ha entusiasmato e che, anzi, ha deluso le attese di parecchi elettori e che, tuttavia, rimane ancora padrona del suo destino.
Dopo le elezioni Comunali 2023 che avevano visto la ricandidatura di Mario Bolognari, ad oggi la situazione tra gli oppositori taorminesi del mondo deluchiano è più confusa di prima, ma soprattutto manca una figura in grado di emergere e aggregare. Ad oggi, tra gli attori in campo, non c’è una leadership che possa mettere tutti d’accordo per compattare il fronte avversario dell’Amministrazione De Luca. Tra veleni, rancori, illusioni e ostinazioni, pesano ancora i riflessi politici e personali delle ultime elezioni. La strada sarà tutta in salita anche per i giovani, che ci provano a dare un segnale e a cambiare il quadro ma rischiano di dover fare i conti anche loro con i “tranelli” in questa traversata nel deserto.
Si fa, anzi, concreta l’ipotesi che alla fine possano venire fuori due liste e quindi due candidature a sindaco, frutto di altrettante anime politiche, tra chi spinge per lo scontro con l’esecutivo in carica e chi vorrebbe guardare anche oltre. E non a caso, tra i volti noti della politica locale, c’è anche chi pensa di tenersi fuori dalla contesa e passare la mano, immaginando come potrebbero andare le cose se il quadro sarà ancora questo. Per la serie: meglio non bruciarsi e pazientare… Ma questo è un altro capitolo della storia.